Oggi nuovo appuntamento con gli attori del settore calzature per ulteriori approfondimenti sulla contraffazione del settore.
L’azienda interrogata ha punti di vendita e store in tutto il mondo e, questo la differenzia dalla precedente intervista, la quale subisce la “contraffazione e la imitazione” per lo più nei Paesi extra UE, Cina in testa, mentre in Italia molto spesso si riscontrano casi di imitazione
Il vero “nemico” dal quale occorre difendersi è, quindi, il commercio cinese. In questo Paese la contraffazione dei prodotti è elevatissima e anche, ormai, sofisticata. Addirittura si sono riscontrati casi di prodotti “marcati” che l’azienda originale non ha mai pensato nemmeno di produrre, oppure casi di prodotti immessi sul mercato in Cina prima ancora che l’azienda decidesse di produrre tali oggetti.
L’altro vero nemico da cui difendersi è Internet e il problema principale è quello dei domini contraffatti. Esistono infatti dei siti web che nel loro indirizzo presentano il nome del marchio ma che in realtà non sono proprietà dell’azienda e promuovono e vendono prodotti contraffatti. Vincere queste battaglie a livello legale è costosissimo e non porta purtroppo, grandi risultati effettivi anche vincendo tutte le cause: si può condannare un sito a chiudere, ma non impedire che un’ora dopo il sito venga rimesso in piedi magari cambiando una virgola nell’indirizzo e assegnando la proprietà a un’altra persona.
Oltre a numerosi controlli in autonomia, ad una gestione molto attenta dei prodotti (quantità e ciclo di vita costantemente monitorati) e alla collaborazione con le forze dell’ordine, l’azienda interrogata ha intavolato rapporti con le dogane dei maggiori Paesi importatori, promuovendo anche corsi di formazione finalizzati a riconoscere e bloccare i prodotti contraffatti. L’azienda si avvale anche di un servizio esterno per il monitoraggio costante, 24 ore su 24, del web al fine di individuare prodotti contraffatti in vendita ed eliminarli dal mercato online. La stessa ha sviluppato e creato un chip che, attraverso il cellulare degli utenti, sia in grado di fornire informazioni sul prodotto che si sta acquistando, con la duplice finalità di arginare la vendita di prodotti contraffatti e di promuovere nuovi prodotti dell’azienda. Tale meccanismo è già attivo con tutti i 110 Stati in cui il marchio interrogato viene importato ad eccezione di Siria e Algeria.