Il 18-19 dicembre il Consiglio europeo ha chiesto al Parlamento europeo e al Consiglio dell UE di approvare entro giugno la proposta di regolamento relativa al Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), presentata alla Commissione il 13 gennaio 2015, in modo da attivare da subito gli investimenti.
Il Piano si articola in tre pilastri: mobilitazione dei 315 miliardi, effettiva destinazione all’economia reale e rimozione degli ostacoli che limitano gli investimenti.
Il FEIS si configura come un fondo fiduciario dedicato in seno alla BEI, nella pratica un fondo di garanzia gestito dalla BEI.
Occorre precisare che la proposta di regolamento in oggetto non provvede direttamente ad istituire il fondo ma ne rinvia l’istituzione ad un accordo tra la Commissione europea e la BEI ma, il regolamento prevede una distinta contabilità e autonomia patrimoniale ma senza personalità giuridica (art.6).
La dotazione finanziaria è così costituita: si parla di 21 (16+5) miliardi messi a disposizione dall’ UE ma sono teorici; 16 di questi vengono presi dal bilancio europeo e si dividono nella sostanza in due misure equivalenti 8 + 8. I primi 8 vengono individuati in questo modo 3.3 dal Connecting Europe, 2.7 da Horizon 2020 (quindi si tolgono da un Pogramma Quadro già approvato), 2 miliardi da riserve di bilancio che saranno però versati a rate: 500milioni nel 2016, 1 miliardo nel 2017 e 2 miliardi nel 2018. Solo se dopo il 2018 l’importo obiettivo del Fondo di garanzia resterà invariato allora sono previsti 2,25 miliardi sia per il 2019 che per il 2020. I 5 che mancano, li mette la BEI; degli altri 8 miliardi non vi è notizia. Nella sostanza il Fondo di garanzia “parte” con i soli soldi della BEI.
Attualmente esiste il FEI (fondo europeo per gli investimenti), fondo creato nel 1994 per fornire capitale di rischio alle piccole e medie imprese, il futuro FEIS potrà prestare garanzia al FEI pe 2,5 milardi (art. 7).
Nelle idee dei creatori, questo sistema di garanzie tra BEI e fondi, da 5 miliardi iniziali più le risorse messe a disposizione negli anni successivi, si dovrebbe muovere capitale, con un effetto moltiplicatore di 15, per un totale di 315 miliardi [(16 + 5) x 15=275+75=315].
Al FEIS potranno essere versati anche capitali privati che, a detta di Katainen (audizione 15 gennaio commissione), se pur ad altro rischio saranno investimenti ad alto reddito (“profitable”). L’accordo sul FEIS è aperto agli SM (art. 1) e ad altri soggetti (banche nazionali o enti di proprietà degli SM) come descritto dall’articolo 2. A tal proposito la Commissione sembrerebbe “adottare una posizione favorevole riguardo a questi apporti di capitali” in relazione al Patto di stabilità e crescita.
Una cosa da approfondire è la Governance. Il FIES avrà un comitato direttivo che deciderà l’indirizzo generale, le linee guida di investimento, il profilo di rischio, le politiche strategiche e l’allocazione strategica; questo comitato sarà costituito inizialmente dalla BEI e dalla Commissione e il numero dei membri e dei voti sarà assegnato in base all’entità del rispettivo contributo e tutte le decisioni saranno prese per consenso.Una volta che al fondo avranno aderito altri contributori, sarà mantenuta la proporzionalità tra contributo versato e numero di membri e dei voti e, qualora non si riuscisse a prendere decisioni per consenso si prenderanno per maggioranza, ma nessuna decisione puo’ essere adottata con voto contrario di Commissione e BEI ; quindi chi ci puo’ mettere più soldi, ovvero è un paese che “stà meglio”avrà più voti e le sue decisioni avranno più peso, che nella sostanza vuole dire che comandano sempre i soliti. A questo si unisce il comitato per gli investimenti composto da sei membri scelti tra esperti del settore del mercato e dell’amministrazione; tale organismo sarà subordinato al comitato direttivo, che vaglierà i singoli progetti.
Sarà l EIAH (Eurpean investment advisor hub) a gestire lo sportello unico di assistenza per l’individuazione, la preparazione, lo sviluppo e il finanziamento dei progetti, oltre a offrire consulenza. Tale operazione sarà finanziata dalla BEI con un supplemento complessivo per il periodo 2015-2020 di 110 milioni di euro.
Il Piano ribadisce anche di un utilizzo più efficiente delle risorse dei FS (450miliardi o 630 se si considerano i cofinanziamenti).
Per realizzare il secondo pilastro, si prevede l’individuazione di progetti ri rilevanza europea per 300milardi di euro che potrebbero utilizzare le fonti di finanziamento, per questo è stata già prevista una “task force” per individuare tali investimenti, il riusultato ha individuato 44 progetti di cui 4 italiani che nello specifico riguardano: ristrutturazione edifici scolastici (8,7miliardi), ricerca bio-molecolare (170milioni), produzione industriale di alta tecnologia (400milioni) e integrazione della rete elettrica (480milioni).
Seguirò con interesse gli sviluppi in questa fase, detta “ascendente”, perchè il 18 gennaio è stata incardinata questa Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo europeo per gli investimenti strategici perchè il Parlamento italiano, precisamente la commissione XIV e VII a breve dovranno dare un parere.