[…] in Europa, ad oggi, possono circolare ed essere commercializzati ben 18 OGM, per lo più mangimi per animali a base di soia e mais. In Italia nessuna di queste piante OGM viene coltivata a fini commerciali, anche se è consentita la commercializzazione dei loro prodotti nel rispetto delle regole di etichettatura;
un OGM o un suo prodotto derivato può essere immesso sul mercato europeo solo dopo che sia stato autorizzato sulla base di una procedura complessa, che comprende una valutazione del rischio per la salute umana e per l’ambiente. La normativa di riferimento in campo alimentare per il settore degli organismi geneticamente modificati è rappresentata principalmente dal Regolamento (CE) n. 1829/2003 e dal Regolamento (CE) n. 1830/2003, entrambi in applicazione dal 18 aprile 2004;
risulta sempre più evidente che le sollecitazioni delle società multinazionali favorevoli alla produzione di organismi geneticamente modificati (OGM), estranee all’interesse comune dei cittadini comunitari, sono in grado, molto spesso, di condizionare le scelte dell’Unione europea ad ogni livello, in particolare per quel che riguarda la produzione agricola, convenzionale e biologica;
la stragrande maggioranza dei cittadini europei vuole mantenere integri, ossia non inquinati da organismi geneticamente modificati pericolosi per la salute umana, per quella degli animali e per l’ambiente, i territori a produzioni agricole di qualità con lo scopo di conservare un elevato grado di eccellenza del patrimonio di agro biodiversità europeo, a salvaguardia anche delle generazioni future e della libertà di mercato degli agricoltori europei per l’acquisto e la produzione delle diverse varietà di sementi di graminacee e leguminose ai fini di alimentazione umana;
[…] è necessario, infatti, tutelare la qualità delle produzioni agroalimentari nazionali, eccellenza del made in Italy, che anche in questo momento di forte recessione rappresenta una dei pochi settori nazionali in controtendenza, in attivo per gli elevati valori di export raggiunti e per il ragguardevole numero di occupati, soprattutto giovani, sul territorio nazionale, posto che il settore agricolo contribuisce non solo alla stabilità sociale ed economica delle nostre campagne ma anche all’equilibrato assetto idrogeologico dei territori;
[…] richiedere una nuova valutazione a Bruxelles sul mais MON810 alla luce delle nuove linee guida stilate dall’EFSA; promuovere e studiare adeguate misure di precauzione, affinché nel nostro Paese non arrivino prodotti esteri OGM che compromettano la qualità della produzione agricola nazionale, al fine di salvaguardare i prodotti “made in Italy”, ma anche scongiurare i possibili rischi per la salute umana derivanti dalla contaminazione delle colture biologiche e naturali con gli OGM.