Compie un anno la commissione d’inchiesta della XVII legislatura sul fenomeno della contraffazione e della pirateria. Istituita il 26 giugno scorso a Montecitorio, la Commissione ha avviato un’ampia ricognizione di dati, atti e documentazione per avere una conoscenza piena del fenomeno che colpisce diversi settori produttivi, in particolare agroalimentare, tessile e manifatturiero.
L’attività finora svolta in difesa del made in Italy sia come membro della Commissione d’inchiesta che come referente per il settore delle calzature verte prevalentemente su due diverse tipologie d’intervento: l’aggiornamento normativo e il rafforzamento degli strumenti di repressione del fenomeno contraffazione, soprattutto alle frontiere. Occorre modernizzare il codice penale ancora profondamente condizionato dal ‘codice Rocco’, entrato in vigore nel 1931. E’ necessari accorpare tutte le fattispecie di reato in materia di contraffazione, prolungare la prescrizione soprattutto per la frode in commercio, utilizzare lo strumento dell’intercettazione per contrastare il fenomeno, in armonia con le normative comunitarie.
In questi dodici mesi, la Commissione ha svolto numerose audizioni, anche con sopralluoghi nelle realtà italiane maggiormente colpite dal fenomeno. Rispetto al settore delle calzature l’attenzione è concentrata sul contrasto ai laboratori illegali e sul rafforzamento dei controlli contro l’importazione di materie prime non tracciate utilizzate per realizzare prodotti alla fine marchiati made in Italy. Da giugno scorso è stato svolto un gran lavoro ma c’è ancora molta strada da fare. L’obiettivo è realizzare, entro la fine dell’estate, un quaderno di lavoro che produca un atto ufficiale da portare in aula, a Montecitorio.