Il tema dei migranti è sempre attuale, ma siamo sicuri che con le <<operazioni>> sinora svolte si possa gestire un fenomeno, che per motivi politici, sociali e climatici stà divenendo sempre più grande, senza affrontarne le cause? Il filosofo, sociologo e storico francese Raymond Aron s’interrogava con inquietudine sugli effetti perversi della globalizzazione nascente, profetizzando che “l’inuguaglianza tra le nazioni assumerà il ruolo della lotta di classe” ed è solo questo il motivo per cui milioni di persone in tutto il mondo si spostano. Chiunque vuole una vita migliore e, per quanto riguarda il continente africano più volte da “noi” saccheggiato, cerca nell’Europa la propria salvezza.
Innanzitutto qual’è la posizione dell ‘U.E. in materia di accoglienza e asilo? Questa la troviamo sul Patto per l’Accoglienza e l’Asilo ed è necessario, piaccia o no, parlare di U.E. in quanto facendone parte abbiamo rinunciato alla nostra sovranità. Il controllo delle frontiere è stato infatti assegnato a Frontex, l’agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea. Frontex nasce nel 2004 con due obiettivi: coordinare le missioni di pattugliamento delle frontiere esterne (aeree, marittime e terrestri) degli Stati della UE e appoggiare gli stati membri in operazioni comuni di rimpatrio dei migranti irregolari. Il suo compito è anche quello di aiutare gli stati membri, che si trovino in situazioni che necessitano un’assistenza, operativa o tecnica, a rafforzare il controllo delle frontiere esterne. L’agenzia ha iniziato ad operare il 3 ottobre 2005; nel 2008 il budget dell’Agenzia è stato raddoppiato a 70 milioni di euro, di cui 31 sono stati destinati soltanto alle missioni di pattugliamento delle frontiere marittime, nel Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico. A partire da agosto 2013, oltre ai fondi in denaro, l’agenzia dispone di 26 elicotteri, 22 aerei, 113 navi ed attrezzatura radar da impiegarsi per eventuali respingimenti.
L’operazione italiana Marenostrum è partita il 18 ottobre 2013, in seguito al tragico naufragio di Lampedusa del 3 ottobre quando ci furono 366 morti accertati, con due obiettivi: garantire la salvaguardia della vita in mare, arrestare gli scafisti. Sono stati impegnati nell’operazione mezzi di Marina Militare, della Guardia costiera, dell’Aeronautica e della Guardia di finanza; in particolare, la Marina ha partecipato con una nave anfibia (dotata di capacità ospedaliere e grandi spazi per accogliere i naufraghi), 2 corvette, 2 pattugliatori, due elicotteri, 3 aerei. Le navi d’altura si spingevano fino a ridosso delle coste libiche per operare i soccorsi. Il costo dell’operazione è stato di circa 9,5 milioni di euro al mese. Mare Nostrum si è conclusa il 31 ottobre 2013, accompagnando poi Triton in versione gradualmente ridotta fino alla fine dell’anno. Oltre 160mila i migranti soccorsi durante l’operazione. Gli scafisti consegnati all’autorità giudiziaria sono stati 366. Anche durante Mare Nostrum, fa sapere il Viminale, ci sono stati 3363 vittime tra morti e dispersi.
Il 1 novembre 2014 parte l’operazione Triton, un’operazione non più italiana ma europea, gestita da Frontex. All’azione partecipano volontariamente Islanda, Finlandia, Norvegia, Svezia, Germania, Paesi Bassi, Francia, Spagna, Portogallo, Italia, Austria, Svizzera, Romania, Polonia, Lituania e Malta. Il mandato, in questo caso, non è salvare le vite in mare, ma operare il controllo delle frontiere, anche se, in caso di necessità, si operano anche interventi di ricerca e soccorso (Sar). Per rispondere al mandato, le navi di Frontex si mantengono in un’area entro 30 miglia dalle coste italiane, senza spingersi a Sud verso le coste libiche come accadeva con i pattugliamenti di Mare Nostrum. Il budget mensile è di 2,9 milioni di euro. I mezzi impiegati sono: due aerei, un elicottero, tre navi d’altura, quattro motovedette. Dall’1 novembre ad oggi Triton ha soccorso 6mila migranti. Questa operazione è stata criticata in quanto non ritenuta all’altezza dei compiti che deve svolgere perchè l’Europa ha bisogno di un sistema di ricerca e salvataggio efficace. Izabella Cooper, portavoce di Frontex, ha detto nel febbraio 2015: «Triton non è mai stata concepita per sostituire Mare Nostrum. Ciononostante stiamo lavorando ben oltre le nostre potenzialità, con il dispiegamento di forze che ci garantisce il budget di 3 milioni di euro al mese. Noi agiamo all’interno del mandato datoci dall’Europa: finché il nostro mandato resta offrire assistenza tecnica agli stati membri sul pattugliamento delle frontiere non ci si può aspettare di più».
Si deve affrontare in maniera decisa e strutturale sia la “questione morale” delle aspettative e delle rivendicazioni legate al colonialismo che la “questione sociale” delle migrazioni come inevitabile corollario della globalizzazione. L’attuale posizione di Juncker, di portare il numero di rifugiati e migranti regolari ammessi nella Ue a 40.000 all’anno ripartiti tra tutti i 28 Paesi Ue, non servirà che a tamponare la punta di un fenomeno sociale molto più grande, che continuerà a premere sul continente europeo con ogni mezzo.