“Il M5S chiede il rinvio dell’applicazione del ‘bail in’ al 2018. Se anche Banca d’Italia ci crede veramente, come appare dagli ultimi interventi di Visco, sostenga questa iniziativa parlamentare. La mozione già c’è, basta votarla”.
Così il deputato Filippo Gallinella commentando le parole del governatore di via Nazionale Ignazio Visco esplicita uno dei passaggi principali della mozione depositata dal M5S alla Camera. L’onorevole umbro insieme ai colleghi di Montecitorio torna anche a chiedere l’intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi per restituire il risparmio investito in Banca popolare dell’Etruria e del Lazio, Banca delle Marche, Cari Ferrara e Cari Chieti.
“La procedura di risoluzione delle quattro banche – precisa Gallinella – è stata avviata nel 2015 sulla base delle disposizioni contenute nel decreto legislativo numero 180 del 16 novembre 2015, che sono entrate in vigore solo a decorrere dal primo gennaio 2016. Per tal motivo riteniamo che la procedura di risoluzione delle menzionate banche sia stata adottata in carenza di legittimazione normativa e tutti gli atti adottati dal Governo, dal ministero dell’Economia e delle Finanze e da Banca d’Italia siano illegittimi”.
Gallinella ricorda che sono migliaia i risparmiatori che si sono visti azzerare gli investimenti in obbligazioni subordinate ed azioni: “Tra questi ci sono anche migliaia di umbri colpiti e in molti casi si tratta di persone che hanno subìto il totale azzeramento dei propri risparmi. Il decreto governativo ‘salva-banche’ si è rivelato in realtà un ‘ammazza – risparmiatori’. Siamo di fronte ad una situazione intollerabile”.
A tutela dei risparmiatori, il M5S chiede inoltre nella mozione al governo la possibilità di nominare un rappresentante dei consumatori, eletto dalle associazioni di categoria e retribuito dal sistema bancario, negli organi di vigilanza e controllo delle banche in modo da consentire ai risparmiatori di verificare la corretta gestione della banca. “Il M5S non può accettare questo far west – conclude Gallinella – i soldi ‘rapinati’ vanno restituiti. In gioco c’è la tutela del risparmio, costituzionalmente garantito”