L’Umbria secondo gli ultimi dati Istat pubblicati dalla stampa risulterebbe la regione italiana in cui la diseguaglianza dei redditi è aumentata di più negli anni della recessione. Dati che sembrano confermare una marginalità territoriale crescente già percepibile da tutti, dovuta a fattori internazionali e nazionali ma anche alla discutibile gestione della crisi da parte della prima e della seconda Giunta Marini.
L’articolo 3 della Costituzione – ricordiamocelo – afferma che non vi può essere democrazia finché sussistono disuguaglianze economiche e sociali. Disuguaglianze che si creano con i tagli alla sanità, alla scuola, al welfare. Rimuovere tali ostacoli adottando misure idonee è compito della Repubblica.
Tra gli interventi più urgenti da attuare c’è l’istituzione del reddito di cittadinanza, c’è la revisione della riforma Fornero, c’è l’abolizione del pareggio di bilancio che tutti i partiti rivendicano con orgoglio tranne il M5S, c’è il superamento dei vincoli di Maastricht che non permettono di fare investimenti e il recupero della sovranità monetaria per far ripartire il nostro Paese. All’Italia e all’Umbria, entrambe guidate dal Pd, serve un progetto di rilancio ambizioso. E, invece, le classi dirigenti regionali e nazionali si limitano soltanto a balbettare. E’ ora che il M5S sostituisca questa classe dirigente. Alle prossime elezioni amministrative vedremo se i cittadini saranno pronti o meno al cambiamento.