Quello che si svolgerà sabato a Roma sarà molto più che un momento celebrativo. A Roma i Governi dei 27 e non i cittadini, decideranno cosa fare nel prossimo futuro, ovvero quale sarà la strada che prenderà l’Unione europea rispetto ai cinque scenari che, sempre quegli stessi Governi, metteranno sul tavolo.
La storia dell’integrazione è scandita da momenti come quelli di sabato e purtroppo, con il senno di poi, non sempre da quei momenti sono scaturite decisioni rispondenti alle aspettative della gente, anzi. Da Maastricht in poi l’Unione europea è stata storia di occasioni mancate, inutile negare l’evidenza.
“Gli alberi non devono impedire di vedere il bosco” diceva il cancelliere tedesco Adenauer nel discorso pronunciato il 25 marzo del 1957 in occasione della firma dei Trattati di Roma, il cui 60° anniversario ricorre sabato. Oggi si vedono alberi di ogni genere ma di boschi non c’è traccia.
Quale sarà quindi la via da seguire? Nel Libro bianco che i governi sottoscriveranno si legge:
- Avanti cosi, ovvero, scusate la semplificazione, “tirare a campare” con lo stallo di tutte le politiche piu importanti: penso alle difficoltà di gestire l’immigrazione, di parlare all’unisono in politica estera, alla crisi dell’eurozona alle ristrettezze di bilancio;
- Solo il mercato unico, ovvero rafforzare l’Unione solo come area di libero scambio e grande mercato comune in cui la priorità sarà la libera circolazione delle merci;
- Chi vuole fa di più, cioè rispolverare gli strumenti delle cooperazioni rafforzate per qui Paesi che decidono di cooperare più strettamente in alcuni settori;
- Fare di meno ma in modo piu efficente e quindi puntare su norme e politiche comuni fissate al minimo ma rafforzamento dell’esecuzione dei settori che rientrano nell’ambito comunitario;
- Fare molto piu insieme ovvero rilanciare il processo di integrazione con un maggior sforzo di tutti.
Ora, al di là dei tecnicismi – di cui l’Europa unita con le oltre 20.000 norme di cui si compone è maestra – e di quale dei cinque scenari sarà il piu votato, la questione vera è quale sarà l’impatto delle scelte sulla vita dei cittadini europei e soprattutto cosa vogliono i cittadini europei? Ma i capi di Stato e i leader europei che si sono dati appuntamento a Roma si sono chiesti cosa pensa la gente dell’Europa unita? Basta guardarsi indietro di poco per capire che il progetto europeo è naufragato non ostante i continui richiami dei leader ai sogni dei padri fondatori spesso inopportunamente ricordati nel vano tentativo di legittimare quel progetto.
Gli sforzi di creare una Unione politica sono tutti finiti nel nulla: la pressione migratoria è ormai insostenibile, la disoccupazione, specie quella giovanile, ha raggiunto livelli mai visti, la crisi dei Paesi dell’eurozona è lungi dall’essere superata. Cosa altro serve per convincere questi Signori che l’Europa unita, cosi come è non funziona? O meglio, dovrei dire non funziona per la gente ma funziona per le banche, per la finanza, per le grandi aziende multinazionali.
Mi chiedo perchè a fronte di tanti insuccessi e di tanto scontento dei cittadini invece di dire facciamo un passo indietro e cancelliamo Maastricht. Ma so già che non sarà così!
Staremo a vedere. Intanto buona festa, anche se la sensazione che ho è che se andiamo in strada e chiediamo alla gente cosa si festeggia sabato a Roma pochi lo sanno.