Un’agricoltura sostenibile ed etica, è tra i punti salienti Programma del Movimento 5 Stelle. Una ricchezza, quella dell’agricoltura, che si basa, prima ancora che sul risultato, sulla valorizzazione della persona e delle sue personali capacità, da migliorare e sviluppare in contesti di solidarietà e condivisione sempre a contatto con la terra, il fattore comune intorno al quale nascono progettualità, imprenditorialità, esperienza e il valore della coesione sociale. Un’agricoltura che intende proporsi come modello per uno sviluppo inclusivo e promotore dell’uguaglianza, deve necessariamente rispettare il lavoro di chi opera direttamente sul campo, di chi esercita attivamente il mestiere dell’agricoltore.
Occorre, a tal fine, incentivare e sostenere anche i giovani nel percorso di valorizzazione dell’agricoltura in un’ottica di ricambio generazionale, propositivo e innovativo, capace di generare talenti e attrarre risorse. Questo settore ha bisogno di un cambio di rotta, soprattutto se si pensa che circa il 40 per cento del bilancio dell’Unione europea, viene serbato proprio all’agricoltura. Ma bisogna fare di più.
È necessario, anzitutto, tutelare le eccellenze tramite un’etichettatura trasparente e che specifichi la provenienza delle materie prime, nonché azioni volte a usare con metodo, ricerca e tecnologia. Stop al consumo di suolo, visto che abbiamo perso milioni di ettari negli ultimi 40 anni, e recupero delle aree marginali, mentre a livello interno è necessario, oggi più di ieri, puntare sull’aggregazione dei produttori.
E, in questo senso, è necessario integrare le misure di sostegno all’agricoltura, in specie quelle di sviluppo rurale, con interventi espressamente finalizzati a realizzare obiettivi d’interesse generale, quali la tutela del paesaggio, la difesa degli assetti idro-geologici e la sicurezza alimentare intesa sia come quantità che qualità, riforma del sistema di pagamenti in agricoltura e supporto maggiore a chi vuole fare impresa.
Pensiamo, inoltre, anche a piani mirati per specifici settori. Nel caso della zootecnia, dobbiamo far diventare gli allevamenti più sostenibili e proteggere le razze autoctone, un piano olivicolo per aumentare la produzione di olio italiano in modo da dipendere meno dall’estero e lottare la contraffazione.
Un piano cerealicolo per sostenere un aumento qualitativo e avere stoccaggi differenziati, oltre che un piano proteico per sviluppare mangimi italiani per la nostra zootecnia e un piano per la frutta a guscio, visto l’attuale interesse del mercato.
Infine, con un terzo del territorio italiano a bosco, occorre avere una seria gestione forestale perché, oltre ad essere la legna una fonte rinnovabile, è un importante materia prima per l’industria del mobile.
Insomma abbiamo idee chiare. L’agricoltura merita di più di quello che l’attuale politica ha dato. Pensateci!