L’Italia è uno dei pochi Paesi con un sistema sanitario pubblico ad accesso universale che va difeso dalla privatizzazione. Due fatti però stanno minando alle basi l’universalità e l’omogeneità del Servizio Sanitario Nazionale: la devolution, che affida alle Regioni l’assistenza sanitaria e il suo finanziamento che accentua le differenze territoriali, e la sanità privata che sottrae risorse e talenti al pubblico. Per questo, tra le misure prioritarie, prevediamo ticket proporzionali al reddito per le prestazioni non essenziali, e il monitoraggio e la correzione degli effetti della devolution sull’equità d’accesso alla Sanità. Altro punto fondamentale è la promozione per l’uso di farmaci generici e fuori brevetto, equivalenti e meno costosi rispetto ai farmaci ‘di marca’ che in Italia costano spesso di più che all’estero, e più sicuri rispetto ai prodotti di recente approvazione. Oltre ciò, prevediamo un programma di educazione sanitaria permanente sul corretto uso dei farmaci, sui loro rischi e benefici, una politica sanitaria nazionale di tipo culturale per promuovere stili di vita salutari e scelte di consumo consapevoli per sviluppare l’autogestione della salute, l’automedicazione semplice e la prevenzione primaria. Altro punto è rimettere in discussione il sistema degli incentivi economici agli informatori scientifici sulle vendite dei farmaci, la separazione delle carriere dei medici pubblici e privati, l’incentivazione della permanenza dei medici nel pubblico legandola al merito con tetti massimi alle tariffe richieste in sede privata, nonché criteri di trasparenza e di merito nella promozione dei primari.
Per quanto riguarda la voce ‘organizzazione’ il programma salute del M5S prevede: liste di attesa pubbliche e on line, istituzione di centri unici di prenotazione on line, convenzioni con le strutture private rese pubbliche e on line, investimenti sui consultori familiari e puntare sui costi standard. Occorre anche arginare l’influenza dei direttori generali nelle ASL e negli ospedali attraverso la reintroduzione dei consigli di amministrazione. Inoltre, la possibilità dell’8 per mille alla ricerca medico-scientifica, finanziare la ricerca indipendente attingendo ai fondi destinati alla ricerca militare, promuovere e finanziare ricerche sugli effetti della salute, in particolare legate alle disuguaglianze sociali e all’inquinamento ambientale, dando priorità ai ricercatori indipendenti. È fondamentale poi promuovere la ricerca sulle malattie rare e spesare le cure all’estero in assenza di strutture nazionali e allineare l’Italia agli altri Paesi europei e alle direttive dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nella lotta al dolore, in particolare per l’uso degli oppiacei (morfina e simili).
Per quanto riguarda la voce ‘ambiente’ vogliamo introdurre sulla base delle raccomandazioni dell’OMS la valutazione dell’impatto sanitario delle politiche pubbliche, in particolare per i settori dei trasporti, dell’urbanistica, dell’ambiente, del lavoro e dell’educazione. Infine, l’eliminazione degli inceneritori e l’introduzione del reato di strage per danni sensibili e diffusi causati dalle politiche locali e nazionali nei confronti degli amministratori pubblici (ministri, presidenti di Regione, sindaci, assessori).
Infine, il gioco d’azzardo che si è trasformato in un’industria di massa che coinvolge ormai 30 milioni di Italiani. Non possiamo accettare uno Stato che si comporta da biscazziere, che spinge le persone a giocare creando artificialmente la domanda di azzardo, quello stesso Stato che poi riconosce la ludopatia come una patologia da curare.
L’Italia spende meno del 5% in prevenzione nonostante siamo il Paese che più di ogni altro ha tutte le leggi imperniate e concepite sulla base del diritto alla salute, per questo occorre investire più in prevenzione e informazione.
Con il nostro programma il concetto di salute va di pari passo con uno sviluppo sostenibile: produrre salute, significa produrre ricchezza per l’Italia.