La politica agricola comunitaria (PAC), è stata la prima politica che ha unito l’Europa con uno scopo: cibo per tutti e cibo sicuro. Un concetto che nel tempo ha inglobato anche il mantenimento dei beni pubblici, di sostenibilità delle produzioni, del reddito dell’agricoltore e di ricambio generazionale.
A breve terminerà la programmazione 2014-2020 e si sta già ragionando sulla proposta della Commissione che introduce un “new delivery model” anche in concomitanza della Brexit e del conseguente taglio di budget complessivo.
Cosa dice in sintesi la proposta?
Per il settennio sono previste (a prezzi correnti) 365 mld, 286.2 mld per il primo pilastro e 78.8 mld di euro per il secondo. Nel dettaglio, per l’Italia si traduce in 24.9 mld destinati ai pagamenti diretti (-3.9% rispetto alla programmazione precedente), 2.5 mld per l’Organizzazione Comune dei Mercati – OCM (-2.5%) e 8.8 mld per il Piano di Sviluppo Rurale – PSR (-14.9%). (Tappe del Negoziato)
I regolamenti che andranno a modificare l’impianto della PAC sono tre:
2) Modifica OCM;
3) Reg. Orizzontale.
Sul primo gli Stati Membri (SM) sono chiamati a elaborare determinati interventi detti piani strategici contenenti esigenze, strategie e obiettivi. Nei piani strategici è da segnalare obbligo di inserirvi l’ortofrutta e l’apicoltura.
Viene anche rivisto il sistema dei pagamenti diretti. Avremo un pagamento base legato alla sostenibilità e un sostegno complementare detto “redistributivo”, ambedue obbligatori per lo SM, nonché uno volontario per il clima e l’ambiente e uno per i “giovani agricoltori”. Saranno mantenuti i pagamenti accoppiati con una variabilità tra il 10 e il 15%. Rimarrà, infine, la possibilità di attivare il regime semplificato.
Nell’ambito dello sviluppo rurale, la proposta individua 3 obiettivi generali e 9 specifici. Così facendo si dovrebbe semplificare poiché dalle attuali 20 misure si passa ad 8 gruppi d’intervento: impegni ambientali, vincoli naturali, svantaggi specifici, investimenti, insediamento giovani, gestione del rischio, cooperazione e consulenza.
Gli SM potranno altresì decidere di trasferire fino al 15% degli importi massimali tra il primo e il secondo pilastro e viceversa. Per far fronte alle crisi di settore è prevista anche una “riserva di crisi” da 400 mil di euro l’anno.
Relativamente ai criteri orizzontali, rimane attivo il capping modulato al costo del lavoro. Gli importi derivanti dalla riduzione dei pagamenti finanzierà il sostegno ridistribuivo. Saranno inoltre gli SM a definire il “vero agricoltore” e la superficie minima pagabile.
Il cambiamento più importante nella futura gestione dell’OCM è il passaggio degli interventi settoriali (ortofrutta, vitivinicoli, olio di oliva, apicoltura e luppolo) dal Reg. 1308/2013 al Regolamento generale PAC. Insieme ai pagamenti diretti e allo Sviluppo Rurale anche se non tutti sono obbligatori. Oltre questo, sarà possibile inserire altri settori.
Su tale base giuridica il nostro lavoro di Commissione è già iniziato e sarà mia cura aggiornarvi passo dopo passo.