L’olio di oliva italiano rappresenta una delle eccellenze agroalimentari che ci contraddistinguono nel mondo e per questo è necessario contribuire alla ristrutturazione del settore olivicolo-oleario, soprattutto alla luce delle criticità produttive del comparto e alle crescenti necessità di rilancio, oltre che per perseguire il miglioramento della qualità del prodotto. La predisposizione di un nuovo piano olivicolo-oleario rientra quindi tra gli interventi che, come confermato anche dal ministero delle Politiche Agricole, è necessario attivare urgentemente per rilanciare il settore partendo da una strategia nazionale condivisa con gli operatori della filiera e con le Regioni
A sostegno del comparto sono previsti circa 108 milioni di euro destinati alle Organizzazioni di produttori che svolgono programmi di sostegno nel settore, attraverso l’Organizzazione comune di mercato e sono stati finanziati progetti di ricerca per un importo pari a 7 milioni di euro volto al miglioramento delle tecniche di difesa da organismi nocivi, all’incremento della produttività degli oliveti, all’introduzione di innovazioni lungo tutta la filiera, al fine di migliorare la qualità del prodotto e la competitività del comparto. Ma bisogna fare di più. Basti sapere che, secondo i dati pubblicati da ‘Frantoio Italia’, nel nostro Paese risultano stoccate 71,3 mila tonnellate di extravergine italiano sfuso, di cui 15,31 sono bio e 9,6 Dop, mentre per ciò che riguarda il prodotto confezionato di extra vergine italiano risultano 11, 1 mila tonnellate, di cui 722 tonnellate Dop e 1 tonnellata bio.
Considerando che la produzione italiana si attesta in 350 mila tonnellate e che nell’ultima annata se ne sono prodotte 185 mila, con un consumo medio di circa 300 mila tonnellate, la domanda sorge spontanea: come mai c’è tutto questo prodotto stoccato? Gli italiani che tipo di olio acquistano? Per rispondere a queste domande sicuramente si rende necessario istituire un apposito Tavolo di filiera olivicola in cui discutere con i vari attori le criticità del settore e le strategie da sviluppare, affinché si diffonda anche una maggiore consapevolezza presso i consumatori.