Orvieto la conosco da prima di Perugia. I miei genitori, lo ricordo ancora oggi, mi portarono da piccolo a vedere il Pozzo di San Patrizio, un opera unica nel suo genere che doveva dare acqua alla città in caso di assedio, costruita tra il 1527 e il 1537 per il volere di Papa Clemente XVII.
Orvieto sorge su una rupe di tufo, conta circa 20 mila abitanti, detti orvietani e i suoi patroni sono San Giuseppe e Santa Maria Assunta. La città ha tremila anni di storia. Dal IX secolo a.C. con la civiltà Etrusca divenne, con il nome di Velzna, il fulcro e l’abitato più importante del vasto territorio dell’Etruria. Dal 264 a.c. inizi il periodo romano e cambiò nome in Urbs-Vetus. La zona rappresentò, per Roma ed Ostia, un importante snodo per il traffico di merci sulla confluenza dei fiumi Paglia e Tevere (Porto fluviale di Pagliano). Arrivarono i barbari e alla fine divenne libero Comune nel Medioevo e nel 1199 la città ebbe il Primo Podestà scelto dal Papa. A questo periodo si deve la costruzione di grandi opere quali il Duomo (1290), il Palazzo Comunale (1216), la fontana di Piazza della Repubblica (poi rimossa), il Palazzo del Popolo, il Palazzo dei Sette e la Torre del Moro.
Dal 1354, Orvieto divenne un vero e proprio rifugio e luogo di protezione per il papa fuggito da Roma dopo l’invasione dei Lanzichenecchi. Per visitare Orvieto si deve passare delle “porte”. Si dice che il Papa Bonifacio VIII (protettore dei comuni guelfi) entrò in citta da Porta Rocca, dove c’è la fortezza Albornoz e, se ne andò attraverso Porta Maggiore. Se lo ha fatto lui lo possiamo fare anche noi!
Merita sicuramente una visita la Chiesa di San Giovenale, la più antica chiesa di Orvieto, costruita nel 1004 sopra i resti di una chiesa paleocristiana a sua volta edificata su un preesistente tempio etrusco.