L’attuale scenario internazionale, preceduto dalla pandemia che ha travolto tutti i Paesi, ha provocato l’aumento generalizzato di quasi tutte le materie prime e dei costi energetici e sta progressivamente erodendo la redditività dell’attività economica. Il settore agroalimentare non riesce più a redistribuire gli aumenti lungo la filiera produttiva.
Il settore lattiero caseario è tra quelli che stanno pagando più degli altri il prezzo del momento, perché già in difficoltà a fine del 2021. Il grano è aumentato in modo incomprensibile: c’è sicuramente un fenomeno speculativo come tutte le merci che vengono scambiate a sistemi borsistici. Sulla mangimistica c’è meno speculazione, anche se c’è una forte incidenza sul prezzo legato all’energia. In tale contesto, serve un tetto europeo al mercato del gas per evitare immotivate speculazioni al rialzo. Dobbiamo avere la capacità a livello europeo di incrementare le produzioni interne di alcuni prodotti tra cui mais, grano e soia. In questa direzione occorrerà incrementare la percentuale dei pagamenti accoppiati per le produzioni più strategiche e per le quali l’Ue non è autosufficiente (proteine vegetali, cereali, etc.); consentire l’utilizzo a fini produttivi delle superfici lasciate a riposo (EFA) e di tutti i pascoli, anche se parzialmente occupati da vegetazione arbustiva spontanea; introdurre un contributo flat ex-novo per tutte le superfici agricole utilizzate, per ammortizzare l’incremento dei costi di produzione; rimuovere il vincolo al non incremento della superficie irrigabile, per aumentare la produttività del settore agroalimentare.
Nell’ambito delle regole sugli aiuti di Stato è necessario attivare, non solo, un regime di aiuto straordinario sul modello dell’emergenza Covid, per autorizzare aiuti di Stato in deroga (ovvero, prorogare il regime Covid ampliando i massimali previsti), ma anche un programma straordinario di ristrutturazione del debito delle imprese agricole in deroga alle norme sugli aiuti di Stato.
A livello dell’Unione, la Commissione si è detta disponibile a proporre misure eccezionali di mercato nell’ambito del regolamento sull’Organizzazione Comune dei Mercati (OCM unica), rivolte principalmente ai settori più colpiti dall’aumento dei costi di produzione. La Commissione intende altresì attivare misure per contrastare le turbative del mercato (articolo 219 del Regolamento (UE) n.1308/2013 sull’OCM unica) utilizzando dei fondi derivanti da entrate a destinazione specifica (cd. assigned revenue) e, se necessario, anche utilizzando parzialmente la riserva di crisi. In tal modo, ogni Stato membro riceverebbe un plafond finanziario da utilizzare a seconda delle esigenze interne. La Commissione ritiene opportuno aprire lo stoccaggio privato per le carni suine di cui all’articolo 17 del Regolamento (UE) n. 1308/2013 sull’OCM unica, con un provvedimento da adottare già al prossimo Comitato di Gestione della Commissione sull’OCM unica (la misura non è molto gradita dalla filiera suinicola italiana). In aggiunta, a causa della crisi di liquidità, la Commissione permetterà agli Stati membri di erogare un livello più alto di anticipi per i pagamenti diretti e le misure di sviluppo rurale, a partire dal 16 ottobre 2022, in base alle regole di bilancio.
La DG AGRI si è espressa favorevolmente ad estendere gli Aiuti di Stato del Temporary Crisis Framework anche al settore agricolo, in particolare per compensare gli alti costi dell’energia e dei fertilizzanti.
E’ stato altresì attivato il meccanismo di risposta rapida per la sicurezza alimentare, al fine di monitorare gli stock delle principali commodity agro-alimentari e per valutare l’interconnessione tra i Piani strategici nazionali e gli obiettivi della “Farm to Fork”. Tra le altre iniziative, la DG SANTE sta valutando positivamente possibili deroghe ai limiti massimi di residui fitosanitari (LMR) per le principali commodity importate dai Paesi terzi.
Da parte nostra abbiamo incoraggiato la Commissione a presentare un pacchetto ampio di misure che consenta di poter compensare l’aumento dei costi degli input, evitando interventi che possano invece innescare l’inflazione, come l’ammasso privato delle carni suine che interverrebbe in un momento in cui i prezzi del settore sono in aumento. Per quanto riguarda i regimi d’importazione, si è chiesto di aumentare temporaneamente le quote d’importazione a dazio zero per taluni prodotti sensibili (es. grano, mais, soia, fertilizzanti), anche in deroga ai requisiti di produzione e chiesto la possibilità che vengano previsti meccanismi per limitare l’export di prodotti sensibili verso Paesi terzi che ne possano fare accaparramento, al fine di scongiurare eventuali penurie interne. Relativamente al mercato interno occorrerà scongiurare ogni eventuale azione unilateralmente intrapresa da un singolo Stato membro.
In conclusione, per assicurare un efficace sostegno alle aziende del settore agroalimentare mediante immediati interventi in ambito nazionale, sarà opportuno prevedere:
– operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito bancario delle imprese agricole;
– garantire una moratoria alle scadenze dei termini relativi all’indebitamento in essere con istituti di credito o altri operatori;
– adottare misure per sostenere la domanda all’interno del mercato agroalimentare;
– sostenere il potenziamento delle produzioni nazionali e finanziare specifiche misure di sostegno alle filiere più esposte alla crisi, anche attraverso la sospensione degli oneri previdenziali a carico dei datori di lavoro.
In attesa di un decreto ad hoc cerchiamo di resistete!