Il processo di riforma della Politica Agricola Comune (PAC) 2014-2020 si è svolto con regole nuove che hanno determinato complessità tali da far preoccupare non poco gli agricoltori sulle eventuali erogazioni di quanto dovuto. Ma quali sono i motivi? In primo luogo, l’entrata in vigore della PAC è stata posticipata di un anno. A questo differimento, si è aggiunta una difficoltà interpretativa delle nuove norme, come ad esempio quella sull’inverdimento, con conseguenti rinvii procedurali.
Qualche mese di ritardo nell’ottenimento delle erogazioni, in un momento di crisi economica come questo, può far precipitare la situazione degli agricoltori e allevatori in difficoltà In questo contesto pieno di ostacoli, si aggiunge una frammentazione delle scelte in materia agricola: oltre la Commissione europea ed il Ministero dell’Agricoltura, infatti, le competenze vedono coinvolgere anche le singole regioni, sebbene a nostro modo di vedere sarebbe forse ora di ritornare alla diretta e unica competenza statale sulle scelte in materia di politica agricola, evitando così gli ostacoli localistici. Ciò, però, non deve nascondere il fulcro delle problematicità, ovvero quella riforma di Agea, tesa all’efficientamento, potenziamento e alla sburocratizzazione delle procedure di accesso e risoluzione delle controversie, sinora sempre rimandata e da noi continuamente e formalmente richiesta al Ministro Martina che sul tema è sempre assente.
Dai dati a disposizione, da quando a marzo 2015 si è aperta la possibilità di fare domanda, emerge che le aziende richiedenti aiuto diretto in Umbria sono state 21.283 (poco più di 16 mila in provincia di Perugia e poco più di 4 mila in quella di Terni). Di queste,1077 non hanno avuto diritto all’erogazione perché sotto la soglia limite dei 250 euro. Complessivamente, dunque, da ottobre scorso ad oggi sono state pagate 17.516 aziende umbre (pari all’87,5% delle richiedenti aiuto) per un valore totale di oltre 57,3 milioni di euro a fronte di 83,6 milioni richiesti.
Ovviamente ci sono ancora aziende che attendono il contributo PAC e come abbiamo fatto dal nostro ingresso in Parlamento continueremo a monitorare ed a far pressione per accelerare le procedure nonché ad informare gli agricoltori degli sviluppi della situazione e di come intendiamo risolvere le difficoltà che ad oggi la politica non ha voluto affrontare, chissà perchè.