Intercettazioni, negata la pubblicità dei lavori in Commissione Giustizia. Il capogruppo del PD , Walter Verini si oppone alla trasparenza.
Sono appena uscito dalla Commissione Giustizia perchè in questi giorni è in discussione la riforma del codice di procedura penale. Tutti i nostri sforzi non sono bastati a bloccare il Governo che è riuscito a mettere una stretta alla pubblicazione delle intercettazioni e non solo ha bloccato la discussione degli emendamenti ma, tramite il gregario Verini ha impedito che la seduta fosse pubblica. Noi, in qualche modo siamo riusciti a “trafugare” qualche video per far conoscere ai cittadini quello che stà succedendo; la trasparenza deve essere un fatto e non un qualcosa che si deve ottenere con video pirata.
Ci aveva provato già Silvio Berlusconi, ed oggi purtroppo il PD di Renzi ci è riuscito. Il progetto prevede che nelle ordinanze di custodia cautelare i magistrati non possano inserire intercettazioni che non abbiano rilevanza penale, che finiranno in un archivio riservato nella disponibilità di pochi. Ma la cosa grave è che si prevedono severe punizioni per imbavagliare i giornalisti che le pubblicano.
Il perché è molto semplice: le intercettazioni finora hanno rappresentato lo strumento più incisivo per scovare casi di malaffare, corruzione, scambi di tangenti e mazzette, ma anche per far conoscere ai cittadini scandali politici come quello del Rolex al figlio di Lupi, che è costato al Ministro le dimissioni, per questo la nostra classe politica, non le gradisce.
Da tempo la nostra posizione è molto chiara, ci limitiamo solo a dire che senza le intercettazioni, ad oggi, i cittadini non sarebbero mai venuti a conoscenza dei casi: Mose, Expo, Soldi pubblici Lega Nord, Connivenze di Mafia Capitale, Rolex ed i lavori al figlio di Lupi, Consigli di politici sul come eludere le leggi e il ricatto di Matteo Renzi per salire a Palazzo Chigi. E’ un grande classico: “bustarelle made in Italy”: grandi opere, imprenditori, appalti pilotati, politici corrotti, soldi dei cittadini intascati dai partiti, minacce a chi difende la legalità e la democrazia, inviti a fare leggi porcata. E’ il sistema, cari cittadini. Noi siamo qui per scardinarlo e lo diciamo fin da ora: siamo pronti a dar battaglia per difendere le intercettazioni e la libertà d’informazione! Vogliamo parlare di regole, facciamolo in Parlamento e non con una delega in bianco al Governo.