Pochi giorni fa è stata varata la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (NADEF).

Nella nota il Governo ci segnala che l’obiettivo di vaccinare l’80 per cento della popolazione sopra i dodici anni con doppia dose sarà conseguito a breve. Nonostante la variante Delta del SARS-Cov-2, più contagiosa, nel mese di settembre la ‘quarta ondata’ dell’epidemia ha rallentato, e gli ultimi dati indicano meno di 40 contagi alla settimana per 100 mila abitanti.

Buone notizie sono anche giunte dai dati economici: la crescita del PIL reale nel primo semestre dell’anno in corso ha oltrepassato le previsioni e gli indicatori più aggiornati fanno ritenere che il terzo trimestre registrerà un altro balzo in avanti del prodotto. Pur ipotizzando un fisiologico rallentamento della crescita negli ultimi tre mesi dell’anno, la previsione annuale di aumento del PIL sale al 6,0 per cento, dal 4,5 per cento ipotizzato nel DEF in aprile.

Le prospettive di ulteriore recupero del PIL nei prossimi trimestri sono legate in primo luogo all’evoluzione della pandemia e della domanda mondiale, ma saranno anche influenzate dalle carenze di materiali e componenti e dai forti aumenti dei prezzi dell’energia registrati negli ultimi mesi, fattori che impattano anche sui costi di produzione delle imprese e possono ostacolarne i piani di produzione. Pur riconoscendo questi rischi, la visione che ispira le nuove previsioni macroeconomiche del Governo per il 2022-2024, qui presentate, è positiva.

Il più alto livello di PIL e il minor deficit fanno anche sì che il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno non salga ulteriormente quest’anno, come previsto nel DEF, ma scenda invece al 153,5 per cento, dal 155,6 per cento nel 2020.

Nel 2021 si stima inoltre un tiraggio delle misure straordinarie di sostegno a lavoratori, famiglie e imprese inferiore alle valutazioni originarie, tanto che la previsione di deficit scende dall’11,8 per cento del PIL nel DEF al 9,4 per cento. I livelli di indebitamento netto previsti per i prossimi anni si abbassano anch’essi marcatamente, con una traiettoria che approda ad un deficit del 2,1 per cento nel 2024 contro una stima programmatica del 3,4 per cento nel DEF.

Ipotizzando che il grado di restrizione delle attività economiche e sociali legato al Covid-19 si vada via via riducendo, l’intonazione della politica di bilancio resterà espansiva fino a quando il PIL e l’occupazione avranno recuperato non solo la caduta, ma anche la mancata crescita rispetto al livello del 2019. In base alle proiezioni aggiornate, si può prevedere che tale condizione sarà soddisfatta a partire dal 2024. Da quell’anno in poi, la politica di bilancio dovrà essere maggiormente orientata alla riduzione del disavanzo strutturale e a ricondurre il rapporto debito/PIL al livello precrisi (134,3 per cento) entro il 2030.

In coerenza con questo approccio, la manovra della Legge di bilancio 2022-2024 punterà a conseguire una graduale ma significativa riduzione dell’indebitamento netto dal 9,4 per cento previsto per quest’anno al 3,3 per cento del PIL nel 2024. Rispetto al DEF, l’obiettivo di deficit per il 2022 scende dal 5,9 per cento del PIL al 5,6 per cento e anche i deficit previsti per i due anni successivi sono inferiori a quelli prospettati nel DEF.

Da tempo si dice che “il PIL non è tutto” perché “come ci sentiamo” è quello che conta. Dare una risposta a questo non è un impresa facile ma con la legge di Bilancio del 2016, il legislatore ha introdotto il Benessere Equo e Sostenibile. Cosi, il BES entra per la prima volta nel processo di definizione delle politiche economiche portando l’attenzione sul loro effetto anche su alcune dimensioni fondamentali per la qualità della vita.

La Relazione BES 2021, inviata al Parlamento l’11 marzo 2021, descriveva l’andamento dei dodici indicatori che monitorano i domini del benessere equo e sostenibile. I dodici indicatori su cui verte il BES sono stati selezionati nel 2017 dal Comitato specifico. Sotto ognuno si riporta una delle figure – allo scrivente – più significative.

Reddito disponibile lordo corretto pro capite. Rapporto tra il reddito lordo disponibile delle famiglie e delle ISP (istituzioni sociali private senza scopo di lucro al servizio delle famiglie) corretto (ovvero inclusivo del valore dei servizi in natura forniti dalle Amministrazioni pubbliche e dalle istituzioni pubbliche e senza fini di lucro) a prezzi correnti e il numero totale di persone residenti.

Disuguaglianza del reddito netto (s80/s20). Rapporto fra il reddito equivalente totale ricevuto dal 20% della popolazione con il più alto reddito e quello ricevuto dal 20% della popolazione con il più basso reddito. L’indicatore è riferito all’anno di conseguimento del reddito (t) e non all’anno d’indagine (t+1).

Indice di povertà assoluta. Percentuale di persone appartenenti a famiglie con una spesa complessiva per consumi inferiore al valore soglia di povertà assoluta, sul totale delle persone residenti.

Speranza di vita in buona salute alla nascita. Numero medio di anni che un bambino nato nell’anno di riferimento può aspettarsi di vivere in buona salute, nell’ipotesi che i rischi di malattia e morte alle diverse età osservati in quello stesso anno rimangano costanti nel tempo.

Eccesso di peso. Proporzione standardizzata di persone di 18 anni e più in sovrappeso o obese sul totale delle persone di 18 anni e più.

Uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione. Percentuale della popolazione in età 18-24 anni con al più il diploma di scuola secondaria di primo grado (licenza media), che non è in possesso di qualifiche professionali regionali ottenute in corsi con durata di almeno 2 anni e non frequenta né corsi di istruzione né altre attività formative.

Tasso di mancata partecipazione al lavoro, con relativa scomposizione per genere. Rapporto tra la somma di disoccupati e inattivi ‘disponibili’ (persone che non hanno cercato lavoro nelle ultime 4 settimane ma sono disponibili a lavorare) e la somma di forze lavoro (insieme di occupati e disoccupati) e inattivi ‘disponibili’, riferito alla popolazione tra 15 e 74 anni.

Rapporto tra tasso di occupazione delle donne 25-49 anni con figli in età prescolare e delle donne senza figli. Rapporto tra il tasso di occupazione delle donne di 25-49 anni con almeno un figlio in età prescolare (0-5 anni) e il tasso di occupazione delle donne di 25-49 anni senza figli, per 100.

Indice di criminalità predatoria. Numero di vittime di furti in abitazione, borseggi e rapine per 1.000 abitanti.

Indice di efficienza della giustizia civile. Durata media effettiva in giorni dei procedimenti di cognizione civile ordinaria definiti dei tribunali.

Emissioni di CO2 e altri gas clima alteranti. Tonnellate di CO2 equivalente emesse su base annua da attività agricole, urbane e industriali, per abitante.

Indice di abusivismo edilizio. Numero di costruzioni abusive per 100 costruzioni autorizzate dai Comuni.

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