Il Documento di economia e finanza della Regione Umbria 2016/2018 ha iniziato il suo cammino in prima commissione consiliare. Auspico che la maggioranza di governo regionale consenta una discussione approfondita in particolare sulle politiche per il lavoro, in difesa del salario.

Il Documento di economia e finanza della Regione Umbria sembra confermare la linea di politica del lavoro iniqua già in atto a livello nazionale, sotto la lente pure dell’Ocse nel rapporto ‘Going for growth 2016’, contenente passaggi a dir poco inquietanti sulla distruzione della domanda interna, presentato al G20 di Shanghai. Secondo l’Istat, con riferimento ai dati della contabilità regionale e provinciale, coerenti con le stime a livello nazionale pubblicate a settembre 2015, nel 2014 il Pil in volume ha segnato a livello nazionale una flessione dello 0,4% rispetto all’anno precedente.

La sola area del Centro ha registrato un incremento (+0,4%). La crescita del Centro è però trainata dal Lazio (+1,4%) e dalle Marche (+0,5%), che compensano, a livello di ripartizione, le flessioni di Toscana e Umbria (-0,9% entrambe). Il calo dell’occupazione registrato a livello nazionale tra il 2014 e il 2011 (-2,0%) ha interessato quasi tutte le regioni. L’Umbria segna, nello stesso periodo, un meno 3%”.

Questi dati raccontano che bisogna adoperarsi subito per introdurre, così come già succede in quasi tutta Europa, una misura di carattere strutturale come il Reddito di cittadinanza che oltre a promuovere l’occupazione e dare sostegno economico ai cittadini che hanno bisogno, serve a far ripartire l’economia, essendo una vera e propria manovra economica.