Come sapete, nella Gazzetta Ufficiale del 15 aprile 2016 è stato pubblicato il testo della legge costituzionale approvato da entrambe le Camere, in seconda deliberazione, a maggioranza assoluta dei componenti. Il M5S sin dall’inizio, è bene chiarirlo subito, si è opposto NON alle riforme costituzionali ma a questa deforma costituzionale.
Le nostre proposte, che sono state respinte, puntavano sul dimezzamento del numero dei parlamentari, dimezzamento delle indennità e dei stipendi, esclusione delle immunità parlamentari, elettività diretta del Senato, soppressione dei vitalizi, cancellazione dei senatori a vita, referendum senza quorum, obbligo di discussione delle leggi di iniziativa popolare e, combinata con la nostra legge elettorale, puntavamo a dare più potere in mano ai cittadini. Esatto opposto della deforma Renzi che vuole accentrare tutto nelle sue mani e, in combinazione con la legge elettorale italikum, che ricordiamo ha un super-premio di maggioranza e capolista bloccati, togliere ai cittadini ogni forma di partecipazione.
A quelli che dicono che le riforme le aspettiamo da anni, voglio solo ricordare chi sono oggi i nuovi padri costituenti: Verdini, Boschi, Renzi, Formigoni ecc. ecc e chi, in un passato non troppo lontano, voleva cambiare la Carta: Edgardo Sogno e Luigi Cavallo (golpe bianco), Giovanni di Lorenzo (Piano Solo), Junio Valerio Borgese (golpe dell’Immacolata) e Licio Gelli (Piano di rinascita democratica). Oggi ci riuscirà Renzi se al referendum non scriveremo NO.
I nuovi riformatori vogliono cambiare la Carta senza averla mai applicata veramente. Ricordiamoci l’articolo 3 comma 2: E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Questo è l’articolo <<eversivo>> per eccellenza e afferma che non vi puo’ essere democrazia finchè sussistono disuguaglianze economiche e sociali e rimuovere tali ostacoli è compito della Repubblica. Loro vogliono impedire, senza modificare l’articolo 3 ovviamente (sarebbe stata una cosa troppo plateale), fare in modo che i cittadini non possano più scegliere e non possano esprimere la loro volontà, perchè tale deforma combinata con l’italikum di fatto toglie anche il suffragio universale. In pratica si avrà un ridimensionamento della rappresentanza – come scrive Canfora – perchè il sistema del suffragio ristretto, con la variante del voto plurale, è di per se lo strumento canonico per la realizzazione del sistema misto: un po’ di democrazia e molta oligarchia.
Renzi & C. affermano che le riforme serviranno alla governabilità. La sovranità, mi sembra di ricordare, appartiene al popolo. Non è che per caso la deforma vuole rendere più “docili” i cittadini? Il Governo deve avere la fiducia del Parlamento e questo deve essere espressione della volontà dei cittadini e non, come vorrebbero i poteri forti, un Governo espressione di pochi intoccabile. Occorrono idee e progetti politici capaci di stimolare consenso e partecipazione, sono questi i valori alla base della stabilità, diversamente è dittatura. Per non parlare del fatto che questa deforma è stata votata solo da una maggioranza, tra l’altro, nominata con una legga elettorale, il porcellum, dichiarata incostituzionale.
Altra cosa che ripetono continuamente è la storiella della riduzione dei costi della politica. Il fatto che il Senato è stato abolito è una bugia. Come detto, se si voleva veramente ridurre i costi, si potevano ridurre sia i deputati che i senatori. Ma non è stato così. Non avere senatori eletti farebbe risparmiare 100milioni all’anno, quanto un F35 e il Governo ne vuole comprare 90.
Prima cosa da sapere è che il Senato rimane ma, non sarà più elettivo. Sarà composto da 74 consiglieri regionali eletti dai Consigli regionali di appartenenza, 21 sindaci eletti dai Consigli regionali, nella misura di uno per ciascuno, fra tutti i sindaci dei comuni della Regione e 5 nominati dal Presidente della Repubblica per 7 anni. Tutti e 100 avranno l’immunità, anche i consiglieri regionali e sindaci.
Questo punto si lega alla modifica del processo legislativo. Renzi dice che sarà più veloce ma non è vero. Adesso le leggi che partono da una Camera, passano all’altra finchè vi sono modifiche: semplice e lineare. I decreti legge, come sapete, hanno 60gg per essere convertiti. Non è vero che questo processo è lento, dipende solo dalla volontà politica. Ad esempio la Legge Fornero è stata approvata in 16gg, il Lodo Alfano in 20gg e la Boccadutri in meno di 30gg. Nel nuovo processo legislativo, qualcosa è monocamerale e qualcosa è bicamerale, dipende da cosa è scritto nel testo. Per la decretazione d’urgenza invece, si aumentano il poteri del Governo nei confronti del Parlamento. Vedere per credere.
COME E’ OGGI:
COME VUOLE RENZI-BOSCHI
ECCO COSA ACCADE PER LA CONVERSIONE DEI DECRETI LEGGE
In sostanza viene stravolto il procedimento legislativo. Se li contiamo, ci sono 10 modi diversi di approvare una legge. La partecipazione paritaria delle due Camere sarà limitata a un numero definito di leggi bicamerali (leggi costituzionali e leggi in materia di elezione del Senato, referendum popolare e ordinamento degli enti territoriali). Per tutte le altre leggi, il Senato potrà solo proporre modifiche sulle quali la Camera si pronuncia in via definitiva. E’ anche introdotto il giudizio preventivo di costituzionalità sulle leggi elettorali delle Camere che è riconosciuta ad un terzo dei senatori o ad un quarto dei deputati la possibilità di sottoporre alla Corte Costituzionale le leggi elettorali prima della loro promulgazione. Con questo sistema la Camera da sola può decidere lo stato di guerra, questa è una cosa molto pericolosa.
Viene modificato il sistema di elezione del Presidente della Repubblica in conseguenza della riduzione del numero dei senatori: per l’elezione del Presidente da parte del Parlamento in seduta comune (630 deputati + 100 senatori) sono richieste le seguenti maggioranze qualificate: 2/3 dell’assemblea dal primo al terzo scrutinio, 3/5 dell’assemblea dal quarto al sesto scrutinio; 3/5 dei votanti dal settimo scrutinio.
Renzi vuole modificare anche il sistema di elezione dei giudici costituzionali: dei cinque giudici di espressione parlamentare, tre saranno nominati dalla Camera e due dal Senato. Cosi facendo, aumenta il peso della Camera nella scelta del Capo dello Stato e, in raccordo con l’italikum , il partito di maggioranza si sceglie Presidente e Giudici Costituzionali. In sostanza tutti i contrappesi e le garanzie che determinano un equilibrio tra i poteri vengono scardinate. Tra l’altro, l‘elezione dei due giudici costituzionali da parte del Senato introduce una logica strana, perchè se da una parte il Senato rappresenta le istituzioni territoriali, in questa fase diventa un organo di garanzia costituzionale.
Vorrei citare, perchè mi ha coinvolto in prima persona, la questione della legislazione concorrente tra Stato e Regioni (riforma parziale del Titolo V). Sono ricondotte alla competenza esclusiva dello Stato alcune materie, già concorrenti, tra cui: grandi reti di trasporto e navigazione; ordinamento della comunicazione; produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; promozione della concorrenza; tutela della salute; tutela e sicurezza del lavoro; politiche sociali; istruzione e formazione professionale. Non vengono però ricondotte le scelte strategiche in materia di agricoltura come noi avevamo proposto.
Relativamente ai processi di partecipazione è da segnalare il fatto che viene innalzato fino a 150mila (attualmente 50mila) il numero delle firme richieste per la loro presentazione alle Camere dei i disegni di legge d’iniziativa popolare. Viene modificato l’istituto del referendum abrogativo, con l’introduzione di un doppio quorum: mentre rimangono invariate le regole per la proposta sottoscritta da parte di 500mila elettori, nel caso di sottoscrizione della proposta da parte di 800mila elettori, sarà sufficiente la partecipazione della maggioranza dei votanti all’ultima elezione della Camera dei deputati. Noi volevamo togliere il quorum dai referendum abrogativi e introdurre quelli propositivi.
Queste sopra esposte sono le principali questioni per le quali diciamo NO. Ad ogni modo per una lettura più approfondita, invito a leggere la scheda di lettura e il testo a fronte.