AGGIORNAMENTO del 31 luglio 2020
Questa mattina sono tornato sul cantiere della diga. La buona notizia è che i grandi lavori sono ultimati, manca solo qualche dettaglio tecnico, ma ad anno nuovo si prevede riempimento sperimentale dell’invaso. Come ho sempre fatto, continuerò a seguire tutti gli sviluppi. Sotto vi riporto alcune foto della situazione attuale che potete confrontare con le precedenti che trovate a seguire.
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Dopo più di un anno a verificare lo stato di avanzamento dei lavori della Diga di Valfabbrica, oggetto di un complesso lavoro di stabilizzazione e messa in sicurezza di un movimento franoso comparso nel 1984 ma il progetto di stabilizzazione non vide la luce prima del 2002.
Come potete vedere, rispetto al 2017 (prima foto), è stato realizzato un “cuneo di terra” (seconda foto) per bloccare una paleo-frana.
Come si puo’ vedere, è stata realizzata un’opera di contenimento costituita da un rilevato di materiale granulare compattato, addossato alla zona frontale della dorsale in movimento che, nella sua configurazione finale, occupa in pianta un’area di circa 12 ettari.
Venendo alla storia della Diga, il progetto esecutivo dello sbarramento sul fiume Chiascio in località Casanuova del Comune di Valfabbrica (PG), redatto il 20/12/1971 a firma del Prof. Ing. Filippo Arredi, venne approvato dalla IV Sezione del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici con Voto 656 del 19.07.1973. Lo sbarramento ha un altezza di 72 m, una lunghezza del coronamento di 463 m, per un volume del rilevato 5.766.000mc. L’invaso ha un volume tot. 224 milioni di mc (di cui 181 di regolazione), una lunghezza 20 km. e una superficie lacustre 9 kmq. Con tale opera si persegue l’obiettivo di dare garanzie di approvvigionamento idrico all’area della Provincia di Perugia.
La “buona notizia” che ho ricevuto è che la conclusione dei lavori è prevista entro il 2019. L’auspicio è che il completamento degli interventi all’invaso proseguano a passo spedito e si arrivi presto a poter usufruire di questa preziosa “banca dell’acqua”, indispensabile per le aziende agricole, sia in termini di certezza e continuità della disponibilità della risorsa idrica, sia per il territorio in generale, in termini di risanamento ambientale e di fruibilità naturalistica dei sistemi fluviali dell’area, che, in tal modo, resterebbero liberati dagli attingimenti.
(pubblicato il 1 novembre 2018)