Dopo la promessa di tutelare i 35 mila allevatori italiani e le loro stalle, del Piano Latte promesso dal Governo si è persa ogni traccia. La crisi che investe il settore lattiero – caseario nazionale rischia di diventare una vera e propria emergenza per migliaia di allevatori con il prezzo del latte alla stalla che da tempo non copre i costi di produzione e il Governo che, al netto dei tanti buoni propositi, non sembra in grado di proporre alcuna soluzione.
Nelle idee del Martina, il Piano latte 2015 – 2017 prevede tanti interventi ma ancora non se ne vede l’ombra e viene il dubbio che non ci siano neanche i 120 milioni sempre dichiarati dal Ministro. La dotazione iniziale del Fondo latte, istituito con legge di stabilità 2015, era infatti di 108 milioni di euro nel triennio, rideterminata a 79 mln dal decreto legge 51/2015 che ha utilizzato risorse in favore del settore olivicolo. Anche aggiungendo i 5 mln di euro per liquidità e ristrutturazione debito e gli 8 mln per la promozione del consumo del latte fresco, come previsto dal piano, arriviamo a 92 mln di euro. Insomma, anche a volerli fare, i conti non tornano e soprattutto non tornano i risultati.
Se il Governo è a corto di proposte lo dica e accolga le nostre; una potrebbe essere l’utilizzo dei 70 mln di euro derivanti dalle compensazioni finanziarie per l’acquisto di formaggi da destinare agli indigenti in modo da dare liquidità alle aziende, liberare i magazzini e stabilizzare il prezzo del latte. In più ci sono i 25 milioni di euro stanziati dalla Commissione europea che potrebbero servire, insieme ad altre risorse, anche per una moratoria sui mutui o attivare una cambiale agraria. Insomma, se il Governo ha iniziative in cantiere rassicuri gli allevatori e proponga interventi nel più breve tempo possibile, poiché il mondo reale, caro Ministro Martina, è fuori dall’Expo.
Noi comunque chiederemo chiarezza al Ministro non appenda verrà in Commissione o in aula, magari al prossimo question time e soprattutto non faremo mancare il nostro supporto al settore nella prossima, ormai vicinissima, legge di stabilità.