<<L’Italia guidata dal Partito democratico procede con il freno tirato, altro che ripresa>>. Solo così possiamo commentare i dati Eurostat su produzione industriale ed occupazione rielaborati dal ministero dello Sviluppo economico.
L’Italia registra i dati peggiori con riferimento al mercato del lavoro, soprattutto quello giovanile, e al recupero produttivo rispetto agli altri Paesi europei. I dati dicono che siamo gli ultimi in Europa. Le principali cause dello stallo vanno ricercate nelle misure adottate dal Governo, a cominciare dalla riforma del lavoro, e nella moneta unica: <<il Jobs act crea incertezza. I dati dimostrano che pagare meno il lavoratore non rende più produttivi e che l’euro condanna l’Italia alla maglia nera>>.
Ritengo siano tre i fronti su cui si deve intervenire per cambiare subito marcia. Per aumentare il tasso di occupazione occorre puntare su innovazione e ricerca, occorre rafforzare l’insegnamento delle materie scientifiche, temi su cui la riforma della scuola è assente. Per recuperare le perdite della crisi a livello di produzione industriale è necessario facilitare l’accesso al credito e cambiare le regole di Basilea. E’ ora che il governo invece di difendere le banche e gli editori amici, che grazie al decreto Milleproroghe continueranno ad incassare oltre cento milioni di euro dalla pubblicità legale sui giornali di carta, si metta al fianco di cittadini e di imprese e potenzi strumenti come il microcredito sostenuto dal M5S che sta portando risultati e benefici concreti.
Il 2016 sarà l’anno della verità per la politica italiana. I cittadini verranno chiamati a eleggere nuove amministrazioni da Milano a Napoli passando per l’Umbria. Vedremo se vincerà il desiderio o la paura di cambiamento.