Preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi umbri connessi alla silvicoltura. Obiettivo raggiungibile con la programmazione del Piano di sviluppo rurale regionale 2014-2020 che contiene misure ad hoc. Il problema però non è solo spendere le risorse dei fondi europei, ma farlo bene nell’interesse della crescita del settore.
Occorre accendere i riflettori su un comparto agricolo delicato, quale è la silvicoltura che in Umbria rappresenta circa il 14% della SAU.
Ad essa sono destinate risorse nel Piano di sviluppo rurale, soldi che dovranno essere sfruttati al meglio attraverso un’utilizzazione sostenibile del suolo.
In Umbria, stando al sesto censimento generale dell’agricoltura, ricorda il parlamentare, le principali forme di utilizzazione dei terreni riguardano i seminativi. Quest’ultimi interessano il 64,8% della superficie agricola regionale, le coltivazioni legnose agrarie il 14,2%.
Dal 2000 al 2010, secondo il rapporto, la superficie investita dalle coltivazioni legnose agrarie è diminuita del 5,7%.
Dati e analisi che saranno al centro del dibattito che faremo oggi con gli operatori del Centro nazionale di silvicoltura di Arezzo.
“Puntare sulla silvicoltura e invertire la tendenza degli ultimi dieci anni è una priorità”.