Il Governo stamane è stato battuto in commissione agricoltura su un emendamento del relatore alla legge europea bis riguardante la questione dell’innalzamento della percentuale di succo naturale nelle bevande analcoliche a base di frutta ai fini della commercializzazione e denominazione delle stesse, stabilito dal decreto Balduzzi. Al solito la finalità politica prevale sul buon senso ma non certo cambia la sostanza delle cose. Come noto, la norma in questione, pensata per rendere più salutari le bevande a base di frutta e per favorire i produttori italiani di frutta, non è mai entrata in vigore a causa dell’esito negativo della procedura di notifica di cui alla direttiva 98/34/CE. Di fatto, la Commissione europea ritiene la misura introdotta lesiva delle norme europee in materia di libera circolazione delle merci e pertanto, in data 5 marzo 2012, ha aperto un caso Eu pilot reiterando le già denunciate incompatibilità della norma con le disposizioni comunitarie.
Che il PD presenti e faccia approvare un emendamento che circoscrive l’obbligo di innalzamento della percentuale di succo naturale alle bibite non commercializzate in UE e nei Paesi SEE, oltre a non risolvere il caso EU pilot, penalizza le aziende nazionali nella misura in cui le costringe o a rinunciare ad un indispensabile spazio di mercato, quale quello comunitario, oppure a suddividere la produzione a seconda della destinazione, in entrambi casi comportando un aumento insostenibile dei costi di produzione.
Non abbiamo votato questa norma perchè risponde solo ad una logica demagogica. Molte legittime e condivisibili aspettative si sono infatti generate intorno a tale misura, sia da parte dei consumatori che da parte delle aziende produttrici. Cosi però non si risolve nulla e invece si ingannano sia gli uni che gli altri. La vera soluzione è in Europa alla quale chiediamo una evoluzione della normativa in materia alimentare sia per quanto riguarda gli alimenti che l’etichettatura.