Oggi in Aula comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno e sulle linee programmatiche del semestre di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea. Un ora di discorso che invito tutti ad ascoltare ma, mio personale commento, non ho percepito le priorità da impostare nel semestre. Io, avrei puntato su tre macro-punti. IMMIGRAZIONE, serve una posizione chiara dell’Ue; se l’immigrazione è un problema di carattere umanitario, allora l’UE e non l’Italia, devono trattarla come tale mettendo in campo gli strumenti specifici che esistono per le emergenze umanitarie in questo senso allora il nostro territorio è un approdo); se invece è un problema di natura politica allora va risolto come tale a partire da una diversa collaborazione-cooperazione tra l’UE (e non l’Italia) e i Paesi d’origine sempre più spesso destabilizzati politicamente; qui si collega l’entrata in vigore a breve del Regolamento di Dublino III e quindi l’impegno a rivedere il sistema asilo e le normative su aspetti integrazione e solidarietà che non sono sufficienti a risolvere il problema.
Partire da FONTAINEBLEAU (abbiamo depositato una mozione in tal senso) per aprire una discussione sulla revisione dei Trattati europei al fine di eliminare tutte quelle clausole di favore di cui si avvalgono alcuni SM rispetto ad altri; nello specifico questo accordo costa all’Italia circa 2,5 miliardi di euro a settennio a titolo di rimborso PAC. In ultimo, ridiscutere gli ACCORDI CONTRATTUALI, noti come ““COUNTRY SPECIFIC RECOMMENDATION” che riguardano la governance della zona euro e che ci obbligano a riforme finanziarie che graveranno su di noi e le future generazioni.