Oggi mi sono fatto “portavoce” delle critiche alla nomina di Jean Claude Juncker, ex primo ministro ed ex ministro delle finanze di un Paese che ha, ricordiamolo, applicato pratiche di riduzione, a volte azzeramento, delle tasse e quindi “aiutato” decine di aziende ad eludere il fisco dei Paesi in cui facevano profitti.
Tale nomina appare del tutto inopportuna e inadeguata a garantire l’impegno dell’Ue nella lotta alla frode e all’evasione fiscale, specie in un momento cosi delicato, siamo oggettivamente in deflazione, vi è una sproporzione tale tra la speculazione e l’economia reale che ha raggiunto livelli preoccupanti cosi come la distanza tra i cittadini e le Istituzioni europee, voglio ricordare a tal proposito le parole di Monti sulle Istituzioni europee: lontane e più al riparo dal processo elettorale, istituzioni che risultano impegnate ad applicare modelli economico-finanziari che funzionano solo nelle teorie e a perseguire politiche rigoriste che hanno impoverito oltre i due terzi della popolazione europea.
Tra gli Stati membri dell’Ue, il Granducato del Lussemburgo, il cui primo Ministro è stato per oltre dieci anni l’attuale Presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, è tristemente balzato agli onori della cronaca per i numerosi accordi fiscali “speciali” stipulati dal Governo con oltre trecento aziende e multinazionali in base ai quali, grazie alla cosiddetta “tax ruling”, viene garantito a tali società un trattamento fiscale agevolato;
Noi sappiamo che è all’esame delle Istituzioni europee la modifica della direttiva 2011/16/UE per quanto riguarda lo scambio automatico obbligatorio di informazioni nel settore fiscale, al fine, tra l’altro, di ampliare l’ambito di applicazione dello scambio automatico d’informazioni a livello unionale su dividendi, plusvalenze e altri redditi a partire dal 2015, anno in cui tale obbligo sarà in vigore anche per redditi da lavoro, compensi per dirigenti, pensioni, assicurazioni sulla vita e proprietà e redditi immobiliari;
E’ d’obbligo altresì ricordare che lo scambio automatico di informazioni è stato introdotto nella direttiva per la tassazione dei risparmi (2003/48/CE), ed è in vigore dal 2005 ma Austria e Lussemburgo , hanno da sempre goduto di un regime di deroga scegliendo di adottare una ritenuta d’acconto al 35% invece dello scambio di informazioni e rallentato l’adozione di normative sulla tassazione delle rendite da risparmio dei cittadini non residenti. E’ inaccettabile che il 14 ottobre 2014 il Consiglio dei ministri delle finanze dell’Unione europea, il cui presidente al momento era il Ministro Padoan, nell’ambito dell’esame della suddetta proposta, sembra aver concesso al Lussemburgo e all’Austria, una dilazione dei tempi entro i quali aderire allo scambio automatico di informazioni sugli evasori fiscali tra gli Stati membri: due anni per il Lussemburgo e tre anni per l’Austria.
L’ U.E. nella pratica impone, soprattutto ai paesi del sud, misure di austerità sempre più gravose per i cittadini e allo stesso tempo mostra attitudine molto più conciliante nei confronti degli evasori fiscali e degli intermediari bancario-finanziari che spesso si adoperano per occultare al fisco consistenti patrimoni, noi non possiamo accettare questo; nella sostanza, alcuni Governi, attraverso l’avallo di una posizione estremamente conciliante, finiscano di fatto per favorire il sussistere di paradisi fiscali e la costituzione di «fondi neri» da utilizzare per gli scopi più diversi.
La verità è che la nomina ai vertici delle istituzioni europee sottende a ragioni di equilibrio politico: Junker pur sotto tiro è il perno della maggioranza che tiene insieme il centro destra, il centrosinistra e la parte liberal-democratica del parlamento europeo; è la garanzia contro il crescente numero degli euroscettici che ormai sono anti-europeisti. Però oltre le Istituzioni e oltre l’apparato c’è la casa europa ovvero oltre 500 milioni di cittadini stanchi di questo progetto europeo che vive una vera e propria crisi esistenziale, la causa? istituzioni e politica che sembrano non accorgersi dell’Europa delle persone ovvero di un mondo che gira diversamente Per questo occorre far sentire una voce diversa in Europa, la voce degli onesti, di quelli che pagano le tasse e che credano che la giustizia sociale sia un valore da perseguire, viceversa, la vostra scelta vi qualificherà.