Testa e cuore. Una visione a lungo termine e la passione per realizzarla. Ma anche il senso di responsabilità e le mani libere che solo il MoVimento 5 Stelle può garantire agli italiani, dopo almeno 25 anni di una politica che ha eroso i redditi di lavoratori e pensionati, ha intaccato il risparmio dei cittadini, ha ucciso la speranza dei ragazzi e li ha cacciati all’estero, ha sepolto le imprese sotto una montagna di tasse, ha massacrato il territorio e ha lasciato l’Italia indietro rispetto ai partner più competitivi. SCARICA IL VOLANTINO
I 20 punti per la qualità della vita degli italiani liberano nuove energie e ci proiettano verso un’altra idea di Paese. Tutti ci chiedono: da dove prenderete i soldi? I soldi ci sono, eccome, in un bilancio da oltre 800 miliardi. Basta avere lungimiranza e, appunto, le mani libere da condizionamenti di lobby e gruppi di interesse che finora hanno sempre prosperato in modo parassitario, attaccati alle gonne dello Stato.
Per far contenti gli scettici, partiamo proprio dalle cosiddette “coperture” (i serbatoi da cui prendiamo i soldi per attuare il nostro programma). Fondamentalmente sono tre:
1) circa 30 miliardi annui, a regime, di spending review in senso stretto (compreso 1 miliardo di tagli ai costi della politica e senza considerare la foresta di agevolazioni fiscali) che sono stati già individuati da una sequela di commissari alla spesa, con in testa Carlo Cottarelli (ma i partiti preferiscono tagliare i commissari piuttosto che la spesa);
2) 40 miliardi l’anno, a regime, di tax expenditures (agevolazioni fiscali) che si possono ripensare e spostare da obiettivi dannosi o improduttivi verso finalità ad alto moltiplicatore (in totale l’erosione fiscale dovuta ad esenzioni, detrazioni e deduzioni è superiore i 300 miliardi);
3) infine il MoVimento 5 Stelle farà una riflessione politico-economica su 10-15 miliardi di maggiore deficit annuo che comunque, partendo da una base programmatica dell’1,6 di deficit/Pil 2018, ci terrebbe ancora abbondantemente sotto il vetusto e stupido parametro del 3%.
Tirando una prima somma, dunque, stiamo parlando di 70 miliardi di coperture annue a regime derivanti da tagli agli sprechi, più una quota di maggiore deficit da decidere (anche in base al ciclo economico). Con l’obiettivo, però, di ridurre del 40% il debito/Pil in 10 anni.
Il cuore della nostra visione per il rilancio del Paese è il piano da 50 miliardi in cinque anni di investimenti pubblici produttivi. La spesa buona che i governi hanno tagliato per fare austerity e che serve a rilanciare la domanda aggregata: green economy, bonifiche, rete idrica, rete elettrica, adeguamento sismico, mobilità pulita e sostenibile, dissesto idrogeologico, riqualificazione urbanistica, edilizia scolastica e sanitaria, banda ultra larga, infrastrutture immateriali. Settori che, a differenza delle grandi opere inutili, creano centinaia di migliaia di posti di lavoro e non offendono il territorio.
Non è lo Stato che ritorna contro il mercato, ma lo Stato che fa nuovo mercato e mercati nuovi in cui possono fiorire start-up e occasioni di lavoro per i giovani. E’ lo Stato innovatore, un grande “business angel” che finanzia alcune delle idee del futuro da cui si genera ricchezza.
Per la digitalizzazione della Pa, invece, ci sono già 5,7 miliardi dell’agenda digitale. Ma non esiste una “smart nation” senza un rilancio forte di formazione, università e ricerca. Entro la legislatura, riportiamo la spesa in media con l’Unione europea: al 5% del Pil per la formazione e al 3% per la ricerca. Servono 25 miliardi che però hanno un moltiplicatore altissimo e darebbero ingenti entrate allo Stato.
Gli investimenti possono essere coperti in parte con i piani di spending review e in parte con maggiore deficit. Ma il MoVimento conta pure di ricavare 5-9 miliardi nel corso della legislatura dal taglio delle già citate grandi opere inutili.
Accanto alla leva degli investimenti, il MoVimento 5 Stelle darà uno shock fiscale in favore di imprese e cittadini. Alle aziende dimezziamo la tassa più odiata: l’Irap. Oggi costa 21 miliardi, se ne possono eliminare almeno 11-12 usando il taglio trasferimenti improduttivi (7 miliardi a regime, ciò che resta dello studio Giavazzi-Cottarelli) e una quota di tax expenditures riviste (gasolio, accise, ecc…). Ma a fine legislatura potremmo arrivare persino ad abolirla, se il ciclo economico, come immaginiamo, lo consentirà.
Sul fronte dell’Irpef (e quindi del cuneo fiscale nel caso del lavoro dipendente), rivediamo il sistema dell’imposizione in modo da semplificare, garantendo comunque progressività. L’impianto sarà a tre aliquote, ogni cittadino pagherà meno di quanto paga oggi, il risparmio per il ceto medio è oltre mille euro all’anno. La no tax area sale a 10mila euro (con benefici che si ripercuotono fino a 55mila euro di reddito) e in relazione al nucleo familiare la stessa no tax area arriva fino a 26mila euro. La riforma costerebbe oltre 13 miliardi (un intervento di rilievo), ma in essa inglobiamo gli 80 euro e ne utilizziamo le coperture: rifiutiamo infatti la logica del bonus del tutto regressivo (senza quoziente familiare e per giunta “flat”, nel senso che è uguale per tutte le categorie di reddito che lo percepiscono) e preferiamo una riforma organica dell’Irpef che distribuisce in modo più esteso e progressivo i benefici fiscali (a partire dai ceti medio-bassi). Dunque, restano poi poco meno di 4 miliardi scoperti che compensiamo con le tax expenditures.
L’Italia è il Paese con il più basso tasso di natalità in Ue. La Francia è in cima alla classifica. Dobbiamo aumentare progressivamente fino a un punto di Pil in più la spesa per il welfare familiare, in modo da portarci sul livello francese. La spesa a regime è 17 miliardi annui. Si tratta di riorganizzare i sostegni per il baby sitting e per l’acquisto dei prodotti dell’infanzia. Bisogna pure coinvolgere gli enti locali, rafforzando le loro dotazioni (per asili, assistenza…) con trasferimenti pubblici. Ma anche le imprese, sostenendone le politiche family friendly.
Le detrazioni per colf e badanti possono essere in parte coperte con l’introduzione di efficaci controlli anti-evasione (modello “Red colf”) sul pagamento dei loro emolumenti. Per il resto si compensa con un mix di agevolazioni tra quelle rivedibili già citate e tagli agli sprechi. E va considerato che questo piano si avvarrà anche di 2,5 miliardi strutturali già previsti per il Reddito di inclusione (dal canto suo rimpiazzato dal Rdc, una misura più grande, più seria, più orientata alle politiche attive e alla competitività del fattore lavoro e quindi anche delle imprese).
Il MoVimento 5 Stelle ha promesso il superamento della riforma Fornero sulle pensioni. Oggi c’è troppa flessibilità in ingresso del mondo del lavoro e troppa rigidità in uscita. Vogliamo dare più libertà a chi vuole progettare il proprio futuro e consentire ai giovani di inserirsi con più facilità. Sia la Pa che le imprese, infatti, hanno bisogno di uno svecchiamento che garantisca loro efficienza e competitività.
Una certa flessibilità in uscita intorno a quota 100, la quota 41 per lavoratori precoci, opzione donna e la staffetta generazionale (già finanziata) sono gli elementi centrali del pacchetto che costa 7,5-8 miliardi annui. Ai quali si aggiungono 3 miliardi annui per il blocco graduale dell’adeguamento automatico dell’età pensionabile all’aspettativa di vita. Il MoVimento 5 Stelle li copre, a regime, per 4 miliardi con la spending review e per circa 6,5 miliardi con le tax expenditures sul settore lavoro (disponibili fino a 10 miliardi annui). Si possono utilizzare pure le risorse legate a mancette poco influenti come l’ape social, che viene inglobata.
Il MoVimento 5 Stelle punta a riportare la spesa oltre il 6,5% del Pil in favore della sanità pubblica. Facciamo tra l’altro investimenti in prevenzione, puntiamo sulla digitalizzazione e aumentiamo il Fondo non autosufficienze. Servono 12,5 miliardi nella legislatura per il nostro programma. Come coperture, a una parte dei sussidi e agevolazioni su fossili o dannosi per l’ambiente (in totale 16,6 miliardi annui così come certificati dal ministero dell’ambiente) si aggiungono il payback delle case farmaceutiche e i risparmi legati alla distribuzione diretta dei farmaci ospedalieri (circa 1 miliardo di gettito l’anno, 4 miliardi a legislatura).
Sulla sicurezza, ripensiamo e rendiamo strutturale l’operazione “strade sicure”. Invece dell’esercito, la affidiamo alle forze dell’ordine. Il MoVimento 5 Stelle vuole assumere 10mila unità e altre 10mila per rafforzare le commissioni territoriali che valutano le domande di diritto d’asilo, in modo da accelerarne le risposte. L’operazione costa complessivamente 1 miliardo l’anno che copriamo con la riduzione delle spese per le missioni internazionali (oltre 500milioni l’anno) e il superamento della pensione ausiliaria (400 milioni annui).
Il MoVimento 5 Stelle prevede poi 4 miliardi di investimenti a legislatura in ricerca e innovazione legati alla cyber security. Invece sulla giustizia assumeremo 5mila amministrativi e 1.400 magistrati per rendere più efficiente e rapido il comparto (costo a regime 600 milioni annui). In totale, tra spesa in conto capitale e spesa corrente, si tratterebbe di circa 7 miliardi, coperti con un mix di spending review sulla difesa e revisione delle tax expenditures.
E’ vero che 5 miliardi di agevolazioni e 2,5 miliardi di tagli agli sprechi (pescando dai serbatoi già citati) ci serviranno, all’inizio, per mettere in piedi il Reddito di cittadinanza (già contemplati nelle coperture della misura). Ma il Reddito di cittadinanza tende a ripagarsi da solo sia in ragione degli spazi che apre ai consumi sia perché ci sosterrebbe nel dibattito con la Ue circa una revisione del nostro Pil potenziale, dell’output gap e dunque in merito ai più ampi margini finanziari utilizzabili persino a regole invariate. Senza dimenticare che la riforma dei centri per l’impiego darà forza lavoro qualificata a sostegno della competitività delle imprese.
Tirando le somme, i punti salienti del nostro programma, Reddito di cittadinanza incluso, valgono a regime una spesa annua intorno ai 75 miliardi. Il MoVimento 5 Stelle può arrivare a coprirli, dunque, senza dover fare i salti mortali. Anzi. Peraltro, si tratta di calcoli che non tengono conto degli effetti benefici sulla crescita, effetti che utilizzeremo per due finalità chiave: garantire maggiore benessere ai cittadini attraverso la conversione del sistema e abbattere il debito/Pil.
Il MoVimento 5 Stelle è l’unico che può realizzare il proprio programma senza alcun condizionamento (di alleati riottosi o lobby fameliche). Abbiamo le mani libere per fare il bene degli italiani.