In queste settimane, in molti mi hanno scritto per chiedermi se l’Italia avesse un piano energetico. La risposta è SI! Forse se ne è parlato troppo poco nonostante ci sia stato un lunghissimo dibattito e confronto.
Il “piano” in questione si chiama PNIEC che significa Piano Nazionale Integrato Energia e Clima. Esso si sviluppa in applicazione del Regolamento 2018/1999 (UE), che dispone una specifica governance per l’energia in linea anche con gli obbiettivi climatici dell’accordi di Parigi del 2015. Questo piano si da come obiettivo il 2030. Ad ogni modo, il quadro regolatorio europeo in materia di energia e clima, è costantemente in evoluzione e prevede l’adozione di politiche dell’UE in materia di ambiente, energia, uso del suolo, trasporti e fiscalità idonee a ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, prevedendo altresì che, nel 2050, l’UE non genererà emissioni nette di gas a effetto serra, come indicato dal Green Deal europeo.
Il Piano si struttura in 5 linee d’intervento: 1) decarbonizzazione, 2) efficienza, 3) sicurezza energetica, 4) sviluppo del mercato interno dell’energia, 5) ricerca, innovazione e competitività. A questo LINK il documento completo.
I principali obiettivi del PNIEC italiano sono:
- una percentuale di energia da FER nei Consumi Finali Lordi di energia pari al 30%, in linea con gli obiettivi previsti per il nostro Paese dalla UE;
- una quota di energia da FER nei Consumi Finali Lordi di energia nei trasporti del 22% a fronte del 14% previsto dalla UE;
- una riduzione dei consumi di energia primaria rispetto allo scenario PRIMES 2007 del 43% a fronte di un obiettivo UE del 32,5%;
- la riduzione dei “gas serra”, rispetto al 2005, con un obiettivo per tutti i settori non ETS del 33%, superiore del 3% rispetto a quello previsto dall’UE.
Nel quadro di un’economia a basse emissioni di carbonio, PNIEC prospetta inoltre il phase out del carbone dalla generazione elettrica al 2025.
In merito a quest’ultimo punto, la generazione di energia elettrica dovrà dismettere l’uso del carbone entro il 2025 e provenire nel 2030 per il 72% da fonti rinnovabili, fino a livelli prossimi al 95-100% nel 2050. Prevalentemente si punterà sul solare fotovoltaico (obiettivo tra i 200 e i 300 GW installati) pur lasciando aperta la possibilità di usare tecnologie finora poco sfruttate come l’eolico offshore. Si tratta di un incremento notevole, di un ordine di grandezza superiore rispetto ai 21,4 GW solari che risultano operativi a fine 2020.
l Piano indica, poi, come decisivi lo sviluppo delle reti di trasmissione e distribuzione e degli accumuli. Per lo stoccaggio, la Strategia di Lungo Termine prevede una capacità di 30-40 GW di sistemi di accumulo elettrochimici (70-100 TWh di energia complessivamente accumulata). Dovrà anche essere approntato un piano per le aree idonee ad accogliere impianti, che in linea teorica potrebbero estendersi approssimativamente tra i 300 e i 450 mila ettari.
L’altro punto, è l’elettrificazione del sistema dell’energia primaria, nella prospettiva di decarbonizzazione totale al 2050. Questa dovrà superare il 50%. Sarà dunque necessario puntare a un’accelerazione dello sviluppo del vettore elettrico, rispetto alla quota del 22% raggiunta nel 2018 (era al 17% nel 1990), in virtù soprattutto di una decisa crescita nel settore dei trasporti (il PNRR prevede 31.500 punti di ricarica ultra veloce per i veicoli elettrici) e degli edifici, con una maggior diffusione delle pompe di calore.
Sul lungo termine, la sfida resta quella dell’energia nucleare da fusione, su cui si continuerà ad investire nella ricerca.
Come richiesto dell’esecutivo europeo, il Piano Nazionale Energia e Clima approfondisce altri due temi centrali della transizione energetica: autoconsumo e comunità energetiche.
Sicuramente, considerata l’attualissima situazione di instabilità geopolitica, visto che molto del gas naturale che consumiamo viene dalla Russia, bisognerà vedere se e come è possibile conciliare la transizione ecologica con il nostro fabbisogno di energia. Immagino che prossimamente dovremmo rivedere gli obiettivi e le tempistiche di attuazione del PNIEC.