“Tutti noi seguiamo con grande attenzione le conseguenze di questa crisi sull’economia e sulla situazione finanziaria dei cittadini, siamo molto attenti all’incremento del prezzo dell’energia, all’incremento e alla disponibilità delle materie prime. Purtroppo, il Governo non può fermare questi eventi, ma dobbiamo muoverci con rapidità e decisione, come abbiamo già fatto e continueremo a fare, per difendere il potere d’acquisto delle famiglie e la competitività delle nostre imprese, forse è anche il caso di dire la sopravvivenza delle nostre imprese”.
Fino ad oggi il Governo ha già varato varie misure specifiche per fronteggiare l’aumento dei prezzi: abbiamo introdotto l’obbligo dell’inserimento di clausole di revisione dei prezzi negli affidamenti dei contratti pubblici, sempre per i lavori pubblici abbiamo previsto un meccanismo di compensazione delle variazioni di prezzo dei singoli materiali di costruzione, per gli interventi finanziati, in tutto o in parte, con le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza e con il Piano complementare, le compensazioni sono coperte dal Fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche.
È chiaro che molte delle regole che ci hanno accompagnato negli ultimi anni oggi devono essere rilette e una di queste, in particolare, riguarda la guida fiscale per il 2023, tant’è che la Commissione europea, nella sua recente comunicazione, ha proposto di rimandare la decisione relativa al mantenimento o alla disattivazione della clausola generale di salvaguardia a quando saranno disponibili le previsioni di primavera.
Guardando i dati dell’approvvigionamento degli ultimi anni, quello che trovo incredibile è che ovviamente la quota di gas russo è aumentata molto negli ultimi 10,15 anni. Quello che è veramente straordinario è che è aumentata fortemente anche dopo l’invasione della Crimea; quindi, questo dimostra, non solo ovviamente una sottovalutazione del problema energetico, ma anche una sottovalutazione di politica estera e di politica internazionale
Aumentiamo la produzione nazionale di gas nazionale, con la prospettiva di raggiungere una quota di produzione interna di 5 miliardi di metri cubi (oggi dovrebbe essere 2, 2,5). L’incremento avverrà, sfruttando le concessioni esistenti per il periodo 2022-2031. I nuovi volumi di gas saranno offerti alle industrie, con una riserva di almeno un terzo per le piccole e medie imprese. Procederemo poi con il riempimento degli stoccaggi per aumentare il grado di sicurezza delle forniture di gas naturale per il prossimo autunno e siamo attivi a livello diplomatico per diversificare le forniture. Puntiamo sia sulla massimizzazione della capacità di rigassificazione già esistente, sia sull’acquisizione di nuovi rigassificatori.
Per avere una vera sicurezza energetica dobbiamo anche attuare una semplificazione burocratica. Oggi il grosso ostacolo all’espansione significativa delle energie rinnovabili oggi è rappresentato dai procedimenti autorizzativi e questo è un problema che dobbiamo superare. Intendiamo rispettare l’obiettivo del Piano nazionale di ripresa e resilienza di settanta gigawatt di rinnovabili entro il 2026 e siamo impegnati a sbloccare diverse decine di gigawatt di eolico off-shore grazie alle più recenti misure di semplificazione delle autorizzazioni.
Per quanto riguarda il costo dell’energia, abbiamo stanziato circa 16 miliardi di euro come intervento di sostegno fino al secondo trimestre di quest’anno. Abbiamo previsto l’azzeramento degli oneri di sistema per le utenze elettriche domestiche e per le imprese e l’abbassamento dell’IVA al 5 per cento per le utenze del gas. Abbiamo potenziato i sussidi energetici per le famiglie più svantaggiate e abbiamo prodotto e introdotto un credito di imposta per i consumatori industriali energivori pari al 20 per cento dell’incremento del costo della fornitura di elettricità nel primo trimestre 2022.
Questi, alcuni degli interventi fatti e in programma dal Governo, ribaditi dal Presidente del Consiglio mercoledì scorso, durante il question time alla Camera.