In politica come nella vita, dopo le “speranze”, alla fine contano solo i fatti.
20 Aprile 2013: i parlamentari del Pd non votano né Prodi (fondatore del Pd e dell’Ulivo e l’unico ad aver sconfitto Berlusconi nelle urne due volte) e nemmeno Rodotà (costituzionalista di sinistra e non del Movimento 5 Stelle) come presidente della Repubblica. Preferiscono rieleggere l’88enne Giorgio Napolitano insieme a Berlusconi.
29 maggio 2013: Alla Camera il Pd insieme al Pdl vota contro la mozione Giacchetti (Pd) per abolire il porcellum e tornare alla legge elettorale precedente (voto a favore solo da parte di Movimento 5 Stelle e Sel). Nello stesso giorno il Senato boccia la mozione del Movimento 5 Stelle che propone strumenti di democrazia diretta tramite referendum, leggi popolari discusse obbligatoriamente, la riduzione dei parlamentari e dei consiglieri regionali, l’ abolizione delle Province, l’elezione diretta dei candidati, l’ineleggibilità per i condannati ed il limite di due mandati.
8 agosto 2013: In Senato il Pd insieme al Pdl vota “no” alla richiesta di esame d’urgenza della legge elettorale “Parlamento Pulito” proposta dal M5S (sulla base della legge popolare del 2007 mai discussa in tutti questi anni. ). La proposta conteneva anche l’elezione diretta da parte dei cittadini dei candidato a Camera e Senato.
Questi i fatti, ai quali potremmo aggiungere il voto contrario del Pd sulle mozioni contro gli F35, per istituire il reddito di cittadinanza, per tagliare l’Irap e l’Imu sulla prima casa, per abolire il finanziamento pubblico ai partiti.
In questo Parlamento, non per colpa dei parlamentari del M5S, non esiste una maggioranza parlamentare per cambiare in senso democratico la legge elettorale esistente contro la quale il M5S si è sempre battuto.
Il Pd(menoelle) la finisca di dare la colpa ad altri per quello che non ha mai fatto in 8 anni e neanche in questi 5 mesi. Se le “speranze” non si tramutano mai in fatti, si tratta solo di prese in giro per i cittadini.