Oggi sul Messaggero, si è parlato della vertenza Perugina. La Nestlè <<investiremo solo sul cioccolato>>. Saranno garantiti i livelli occupazionali ? Questa la preoccupazione dei lavoratori. I sindacati oggi manifestano preoccupazione ma dov’erano quando questo processo è iniziato? Sul sito dell’azienda si puo’ leggere la storia ma, quello che non si vuole ammettere, è che se è in corso un smantellamento, chi dovrebbe stare vicino ai lavoratori sembra accorgersene solo oggi. Noi ci confronteremo con la dirigenza Nestlè per capire come stanno le cose e vi faremo sapere. A novembre organizzeremo un evento per parlare della Perugina e affronteremo anche questo tema.
Il 7 ottobre scorso, al Senato è stato audito Gianluigi Toia in qualità di rappresentante di Nestlè Italia S.p.A. presso la X commissione, il quale ha dichiarato:
<< Il sito di Perugina a San Sisto è lo stabilimento principale in italia ed è l’HUB europeo di produzione delle tavolette/tartufi ed altri prodotti che vengono venduti a marchio Nestlè in tutta Europa. Quindi perugina ha due “anime”, una parte che noi tutti conosciamo come consumatori italiani con prodotti di eccellenza come “il bacio” e altri prodotti che per il mercato Nestlè in Europa pesa per il 40% della produzione del sito di San Sisto.
Secondo noi non è una crisi quella che sta affrontando la Perugina, non siamo tecnicamente in crisi, abbiamo un accordo di solidarietà che è stato richiesto e concordato dal sindacato che serve a riequilibrare la forza lavoro rispetto ad un mercato che ha una stagionalità tradizionale e storica, che in questi ultimi periodi stò variando in modo molto forte.
Si sta accentuando per una serie di motivi, motivi legati ad uno spostamento di consumi dal canale pasticceria, che è il canale tradizionale, dove Perugina è sempre stato forte (i bar pasticceria), verso altri consumi. Questo canale è calato in termini di vendite, negli ultimi 5 anni è calato di oltre il 30%.
Il consumo si sposta verso prodotti che vanno verso la grande distribuzione, quindi ci impone di non avere scorte, e determina delle stagionalità ancora più forti. Non possiamo fare come in passato, cioè pre-produrre, mandare ai depositi e poi consegnare come magari i bar-pasticceria tradizionali accettano, invece la grande distribuzione pretende molto rigore sulla freschezza e sulla riduzione delle scorte, perchè è capitale che viene immagazzinato e quindi questo porta ad un accentuazione della stagionalità. La conseguenza è che abbiamo dei momenti di calo produttivo dove si genera un esubero di ore lavoro. Questa è la situazione che noi abbiamo affrontato e stiamo affrontando attraverso il ricorso al contratto di solidarietà.
Perugina non è in vendita, lo stabilimento produce intorno alle 25mila tonnellate di volumi che è più o meno il volume storico. Ma non è una questioni di volumi quanto di canali di vendita, sul quale si deve agire, perchè i prodotti destinati ai bar-pasticceria produce prodotti molto curati con tanto lavoro manuale, mentre la grande distribuzione ne richiede molto meno essendo prodotti più standard, due dati: 1 tonnellata di tavolette di cioccolato è pari a 9 ore di lavoro mentre una tonnellata di prodotti destinati ai bar-pasticcerie richiede 47 ore di lavoro. Dobbiamo affrontare un cambio di mercato e di consumi interni, il 40% di produzione è coperta dall’estero che ci servono per coprire i costi fissi essendo regolari durante l’anno.
Noi tecnicamente, norme alla mano, abbiamo la possibilità, previo accordo sindacale, di fare contratti di solidarietà fino Settembre 2018, quindi noi riteniamo che abbiamo il tempo di trovare gli strumenti adeguati per affrontare un piano di sviluppo che sarà basato anzitutto sul “Bacio” essendo un prodotto unico, avendo un mercato mondiale molto importante, ed inoltre Nestlè ci ha concesso la vendita diretta senza passare dai consociati per questo prodotto, un pò come avviene con San Pellegrino, che vogliamo replicare. Quindi riteniamo di avere davanti tre anni per gestire l’esubero e cercare di recuperarlo e quindi evitare tagli di personale, perchè, tengo a chiarire, che in questo momento siamo in esubero ma non ci sono tagli di personale.>>