Nell’Italia che vogliamo costruire insieme, la tutela dell’ambiente e quindi della salute, sono al primo posto. Diremo no alle grandi opere inutili, sì alle bonifiche e alla messa in sicurezza del territorio, che è la prima e più importante opera pubblica del Paese. Chiuderemo gli inceneritori: abolendo gli incentivi (585 milioni nel 2015 – dati GSE), affamandoli con la raccolta differenziata spinta e di qualità, riciclando il più possibile e riducendo a monte la produzione dei rifiuti. Faremo pagare in base all’indifferenziato prodotto.

L’acqua tornerà pubblica come la sua gestione. I cittadini potranno risparmiare facendo compostaggio domestico o di prossimità. I soldi attualmente vengono sperperati per finanziare inceneritori, sussidi alle fossili, opere inutili, tagliando questi sprechi li avremmo per sviluppare le nostre proposte. Useremo la leva fiscale per spingere un’altra economia quella sostenibile e circolare. Un miliardo di euro investito in energie rinnovabili ed efficientamento energetico può produrre fino a 17 mila posti di lavoro: gli stessi soldi in grandi opere pubbliche producono 700 posti di lavoro. In un Paese dove il consumo pro capite di acqua minerale nel 2015 ha raggiunto i 203 litri\anno per persona, ed è stato disatteso il referendum del 2011 che aveva sancito un risultato ben preciso, è indifferibile e non più procrastinabile rendere l’acqua e la sua gestione pubbliche.

Siamo per lo stop alle trivellazioni, per il ripopolamento dei piccoli comuni attraverso anche agevolazioni e forme di telelavoro, per consentire alle famiglie di poter vivere in questi veri e propri gioielli italiani. Siamo per le bonifiche, perché investire per il benessere del territorio, significa creare posti di lavoro e speranza per gli abitanti. Vogliamo partire dai SIN (siti di interesse nazionale), quei buchi neri sparsi per l’Italia dove sembra un miraggio anche progettare di poter sopravvivere. Siamo per far pagare i costi delle bonifiche a chi ha inquinato, e per punire chi è scappato senza rimediare ai danni fatti: abbiamo lottato e ottenuto una legge per gli eco-reati, che porta la nostra firma, ma sappiamo che non basta.
Difesa delle aree protette e revisione delle norme sui parchi, lotta al dissesto idro-geologico, strategie per la lotta ai cambiamenti climatici, mappatura dell’amianto.

Lo stop al consumo di suolo deve essere inserito a tutti i livelli, basta speculazioni sul cemento e basta perdere terreno agricolo. Si costruisce se necessario e prima si valuta il recupero dell’esistente.
Occorre programmare interventi sul patrimonio edilizio, l’adeguamento sismico e l’efficentamento energetico saranno il motore di un nuovo sviluppo. Creeremo un fascicolo del fabbricato e contrasteremo ogni abusivismo.
Da quando siamo in Parlamento il rispetto dell’ambiente è sempre stata una nostra stella e siamo convinti che si può avere più sviluppo rispettando le nostre risorse, concetto che negli anni i partiti non hanno minimamente preso in considerazione.