Il nostro Programma per i Beni Culturali vuole puntare alla tutela e alla valorizzazione del nostro patrimonio per far ripartire l’economia
Nel 2014 è stato introdotto il cosiddetto art bonus per le erogazioni liberali a favore della cultura. La legge di stabilità del 2016 ha reso permanente questo provvedimento che prevede un credito d’imposta per le persone fisiche e giuridiche che effettuano erogazioni liberali in denaro, per interventi a favore della cultura. Preso atto dei benefici derivanti dal mecenatismo culturale, sarebbe utile, a nostro avviso, apportare delle migliorie all’attuale sistema.
Da un raffronto con gli altri ordinamenti europei, il sistema francese si distingue per completezza e validità di funzionamento. L’Italia è un grandissimo museo diffuso, il più grande a cielo aperto del mondo. Negli ultimi 3 anni, il sistema dei beni culturali e del paesaggio, è stato normato da una serie di nuove regole. L’ultima, la cosiddetta riforma Franceschini che, però, non tiene conto delle realtà territoriali e del necessario decentramento amministrativo che il ministero deve avere per assicurare un’efficiente organizzazione. Franceschini ha puntato sulla valorizzazione soltanto di quei beni culturali considerati grandi attrattori turistici come la Reggia di Caserta, o gli scavi di Pompei: tutto il resto non esiste. Questo ha creato una situazione drammatica e paradossale per i musei provinciali e comunali, le biblioteche, gli archivi, e tutti quei luoghi della cultura considerati minori, ma che minori non sono, perché all’interno hanno gioielli inestimabili.
Una grande riforma parte, prima di tutto, dalla conoscenza della nostra ricchezza culturale. Come attuarla? Facendo anzitutto un’opera di riorganizzazione interna seguita da una catalogazione e intraprendendo un percorso di tutela e valorizzazione che il patrimonio culturale si merita, con professionisti qualificati. Oltre ciò, è importante porre l’attenzione anche ai servizi aggiuntivi, ovvero tutti i servizi che i cittadini possono ritrovare all’interno, ad esempio, di un museo consentendo così di valorizzarlo e di fruirlo nella maniera adeguata.
Dedicarsi in modo concreto alla grande e variegata capacità di attrazione del nostro Paese, da troppo tempo trascurato e mortificato, è l’obiettivo ambizioso del M5S. Inoltre, l’archeologia deve essere considerata un valore aggiunto, quindi parte integrante delle opere pubbliche, e non come elemento di ‘disturbo’ nella realizzazione di strade, infrastrutture e quant’altro.
Basti pensare che proprio i beni culturali rappresentano uno degli attrattori fondamentali e una delle principali motivazioni che, insieme alle industrie creative come la manifattura, la gastronomia, i sapori, i vini, spingono le persone di tutto il mondo, anche di culture diverse, a venire in Italia. E, in tal senso, il Movimento 5 Stelle può fare veramente la differenza: la tutela e la valorizzazione dei beni culturali, oltre a creare bellezza diffusa e a rendere più vivibili i nostri territori, sono l’occasione concreta per far ripartire la nostra economia.