Il Programma Difesa del Movimento 5 Stelle, che interessa particolarmente alle Forze dell’Ordine italiane, è suddiviso in 5 punti: tutela militare, risorse umane, patrimonio immobiliare, sistemi d’arma e bilancio trasparente.
Ci batteremo per riconoscere ai militari italiani i loro diritti, alla pari di come succede nel resto d’Europa dove per un totale di 21 Paesi si contano più di 30 associazioni e sindacati militari. E’ necessario introdurre nel nostro ordinamento degli strumenti di rappresentanza vera così da integrare effettivamente i ‘cittadini in uniforme’ nella società, dove oggi sono considerati ancora dei ‘cittadini di serie B’. Grazie all’introduzione degli organi di rappresentanza i militari sapranno a chi rivolgersi per la tutela dei loro diritti. Nel dettaglio, ad essere equiparati dovranno essere i diritti dei militari con quelli riconosciuti ad altri settori civili, in tema di tutela della salute, del lavoro e della famiglia.
Oggi per gli stipendi delle Forze dell’Ordine lo Stato spende circa il 75% delle risorse destinate al comparto Difesa. Ciò però non è necessario per garantire loro uno stipendio soddisfacente, nonostante lo straordinario lavoro che Forze Armate e di Polizia portano avanti ogni giorno. Per questo motivo il Movimento 5 Stelle proverà a riallineare il numero dei militari in servizio permanente e dei civili tenendo conto dei valori medi delle altre Forze Armate presenti in Europa, procedendo inoltre con un nuovo riordino interno con il quale verrà ridotto il numero dei comandanti a vantaggio delle unità operative in strada, così da rendere più efficace la tutela dei cittadini.
Sarà interesse del Movimento 5 Stelle procedere con la riqualificazione del patrimonio immobiliare della Difesa. Un patrimonio che si suddivide in due parti: i beni dismessi, ossia le ex caserme che oggi non vengono più utilizzate, e il patrimonio abitativo (gli alloggi dei militari). L’obiettivo primario è di fare un elenco completo di tutti questi beni, in modo da decidere la destinazione migliore per loro, perché ci sono spazi dismessi che possono essere valorizzati riutilizzandoli come aree verdi e tramite le opportune restaurazioni ci sono ex caserme che possono diventare scuole, strutture sociali o ad indirizzo abitativo. In un secondo momento sarà importante favorire il recupero di queste strutture, tramite dei piani di riqualificazione pensati ad hoc.
Pensate che l’Italia oggi spende circa 5 miliardi l’anno in armamenti, una delle cifre più alte tra i Paesi Nato che nelle ultime tre legislature è aumentata del 21%. Il problema è che le risorse stanziate vengono male utilizzate, tant’è che le Forze dell’Ordine che ogni giorno pattugliano le strade delle nostre città non hanno a disposizione degli strumenti abbastanza efficienti per poter, ad esempio, prevenire tempestivamente un attentato terroristico. Secondo il Movimento 5 Stelle l’Italia è impreparata, non ha i mezzi per difendersi dalle minacce presenti e future (come la cyberwar). Perché quindi continuare ad acquistare carri armati, bombardieri e navi da guerra piuttosto che potenziare l’intelligence sul territorio e online? Per rispondere a questa domanda il Movimento 5 Stelle, qualora dovesse governare il Paese, procederà tagliando i fondi per gli armamenti offensivi come gli F-35, investendoli per il potenziamento degli strumenti innovativi, delle reti di intelligence e degli equipaggiamenti.
Infine il Movimento 5 Stelle ha posto l’attenzione sulla spesa militare italiana, definendola uno degli ‘aspetti più oscuri del programma di spesa dello Stato’: nonostante una ricerca approfondita su diversi Ministeri (Difesa, Sviluppo Economico, Economia e Finanza, Istruzione) non è possibile capire infatti quanto spendiamo esattamente. Per far fronte a questo oscuro bilancio sarà importante dotarsi di nuovi strumenti, come la contabilità analitica, ripetendo in Italia quanto succede negli Stati Uniti dove un ufficio apposito ha il dovere di controllare ogni dettaglio della spesa per le Forze Armate. Sarà necessario approvare esclusivamente quei programmi d’armamento che presentano una valutazione positiva costi/benefici.
Il M5S metterà fine all’intervento militare in Afghanistan, perché ‘non sostenibile per la spesa pubblica italiana’.