Come sapete il 17 Aprile si voterà per il Referendum Trivelle. Il M5S appoggia il comitato referendario per la campagna del SI e per questo parteciperà agli spazi televisivi nazionali e locali.
La prima cosa che voglio dire è che è fondamentale andare a votare indipendentemente dalla propria posizione. Il referendum, anche se abrogativo, è uno strumento di democrazia diretta che riporta il “potere” nelle mani dei cittadini e al quale non possiamo rinunciare.
Nello specifico è bene far sapere che questo è il primo nella storia d’Italia ad essere stato ottenuto dalle Regioni (dieci consigli regionali, diventati nove dopo il ritiro dell’Abruzzo).
Il quesito chiede se le piattaforme piazzate attualmente in mare a meno di 12 miglia dalla costa verranno smantellate una volta scaduta la concessione, senza poter sfruttare completamente il gas o il petrolio nascosti sotto i fondali. Attualmente infatti tale concessione puo’ durare fino all’esaurimento del giacimento. Non cambierà invece nulla per le perforazioni su terra e in mare oltre le 12 miglia, che proseguiranno, né ci saranno variazioni per le nuove perforazioni entro le 12 miglia, già proibite dalla legge.
Ma quante sono? Che estraggono? Quanto incassa lo Stato? Secondo il ministero dello Sviluppo economico, al momento nei mari italiani ci sono 135 piattaforme e teste di pozzo, di queste, 92 ricadono dentro le 12 miglia e si trovano quasi tutte nell’Adriatico e nello Ionio. Nel caso di vittoria del SI non è che verranno tutte smantellate il giorno dopo ma dipenderà dalla scadenza della concessione. Tanto per fare darne contezza, la prima chiusura di una trivella entro le 12 miglia avverrebbe tra due anni, per l’ultima bisognerebbe aspettare fino al 2034. Dai pozzi situati entro le 12 miglia si estrae soprattutto metano e hanno contribuito a soddisfare fra il 3-4% dei consumi di gas e l’1% di quelli di petrolio. Nel 2015 tutte le estrazioni, sia su mare che in terra, hanno prodotto un gettito da royalties pari a 352 milioni e la quota delle piattaforme entro le 12 miglia, dice il ministero dello Sviluppo, è stata di circa 38 milioni.
Al di la delle opinioni personali, questo referendum, poco pubblicizzato purtroppo, ci deve anche far riflettere su che futuro energetico vogliamo: energie rinnovabili o fonti fossili? Pensateci e poi andate a votare. Cari umbri, anche se non abbiamo il mare, è importante farlo.