La riforma delle Banche di credito cooperativo mette fortemente in discussione il principio mutualistico a favore della speculazione. Per il M5S si tratta di un vero e proprio attacco frontale all’articolo 45 della Costituzione e al credito vicino alle piccole e medie imprese”.
E’ necessaria una profonda riflessione dentro e fuori il parlamento sulla riforma governativa delle Bcc, rispetto alla quale l’Aula di Montecitorio ha respinto la scorsa settimana le pregiudiziali di costituzionalità presentate proprio dal M5S oltre che da Sel e Lega.
I nostri timori nascono dall’eliminazione dell’articolo 17 della legge 388 del 2000, la quale prevede che per la cooperazione, nel momento in cui vi sia una liquidazione, il patrimonio non possa essere aggredito perché deve finire obbligatoriamente all’interno di fondi mutualistici. Con questa riforma invece sarà possibile aggredire riserve accumulate negli anni con una fiscalità agevolata e create a beneficio della cooperazione mutualistica.
Non solo, le Bcc saranno trasformate in Spa e i grandi fondi speculativi potranno entrare nel capitale. Le piccole Bcc dovranno aderire ad una holding unica centrale mentre gli istituti con oltre 200milioni di riserve potranno non aderire versando una imposta straordinaria del 20%. Il progetto è chiaro arrivare ad un unione bancaria fondendo le banche per creare giganti sempre più distanti dal cittadino. Si tratta di una riforma a cui il M5S è contrario e che continuerà a combattere per tutelare il principio mutualistico e per garantire il credito vicino al territorio.