Il M5S il 26 maggio ha presentato l’esposto contro il cosiddetto “decreto Salva Banche” presso il Tribunale ordinario di Arezzo.
Con questo esposto vogliamo andare fino in fondo. Ci sono stati, secondo il nostro giudizio, troppi punti oscuri sulla procedura di risoluzione di Cassa di Risparmio di Ferrara, Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio e Cassa di Risparmio di Chieti, già oggetto di commissariamento da parte della Banca d’Italia.
In particolare riteniamo sia necessario fare piena luce sull’adozione e pubblicazione dei provvedimenti rilevanti ai fini della procedura di risoluzione e gestione della crisi. Non ci risulta, infatti, sia stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale alcun provvedimento di Banca d’Italia, in estratto o integrale, né alcun documento attestante l’approvazione dell’avvio della risoluzione da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, a esclusione del Decreto Legge numero 183 del 2015.
Riteniamo inoltre urgente accertare la correttezza della valutazione delle sofferenze e se vi sia stata una svalutazione dei crediti a danno di obbligazionisti e correntisti. Verificare l’attività di vigilanza e controllo da parte delle Autorità preposte. Chiediamo, infine, alla magistratura di controllare se vi sia stato abuso di informazioni privilegiate e manipolazione del mercato”.
L’esposto conta una trentina di pagine e ha un obiettivo: “fare piena luce sull’intero meccanismo che ha portato al procedimento di risoluzione delle quattro banche, che a nostro parere più che un ‘salvataggio’ appare un vero e proprio esproprio ai danni di 130mila cittadini azionisti e obbligazionisti. Per non parlare dei conflitti di interesse esistenti tra i protagonisti della vicenda. Giustizia deve essere fatta, è un diritto dei cittadini chiederla e un dovere dei loro rappresentanti politici promuoverla.