Le imprese si aspettano 37 miliardi di spese per la bolletta energetica, contro gli 8 del 2019 ed i 21 dell’anno scorso. Per non parlare degli aumenti per le famiglie, nonostante i nostri interventi. L’inflazione energetica, molto probabilmente, dipende dall’accresciuta domanda a livello mondiale di gas legata al graduale ritiro dall’uso del carbone, con un’ Europa più fragile di altre nazioni per la sua eccessiva dipendenza dal gas russo.

Come Paese, dobbiamo assumerci la responsabilità di mettere in piedi una visione strategica di medio e lungo periodo, perché il problema è strutturale. Probabilmente saremo costretti ad un nuovo scostamento di bilancio per tamponare il presente, ma è altro debito pubblico che comporterà inevitabili restrizioni future.

Senza indipendenza energetica non c’è indipendenza politica!

La transizione ecologica – come ho più volte scritto – è un treno che va da oggi al 2050/60 e, per arrivare puntuali, occorre programmare le fermate dove far scendere “quello che non vogliamo” e far salire “quello che vogliamo”, considerando sempre i costi per famiglie e imprese. Diversamente, come Paese, chiuderemo bottega!