Le Organizzazione di Produttori (OP) e le Organizzazioni Interprofessionali (OI) sono, secondo me, la condizione necessaria per il rilancio e il rafforzamento di tutto il comparto agricolo nazionale.
Per questo sono andato a fare un “esperienza trentina”, realtà che sul tema cooperazione e aggregazione ha una storia centenaria. Ho visitato APOT, una associazione che raccoglie produttori (AOP) come Sant’Orsola (piccoli frutti) e Melinda (mele) che ho personalmente visitato.
Ho imparato molto ed ho avuto conferma che in agricoltura è necessario che tutti gli attori della filiera agroalimentare, agricoltori, allevatori, trasformatori, distributori conoscessero tali esperienze; io farò la mia parte per poter spiegare loro quali sono le potenzialità che l’aggregazione e l’organizzazione permette.
È con questo obiettivo inoltre, che con i colleghi, ho presentato in commissione agricoltura una risoluzione che impegna il Governo proprio a sostenere la costituzione delle OP e delle OI del comparto agricolo, con l’obiettivo di riequilibrare i rapporti di forza tra i vari segmenti della filiera con positivi riscontri sulla stabilizzazione dei prezzi al consumo, ma anche con il fine di condividere strategie e politiche di marketing volte al miglioramento della produzione e della commercializzazione.
È evidente che nell’attuale situazione sono i grandi a dettare le regole del mercati agroalimentare, a partire dalla fissazione del prezzo, e per questo i piccoli per sopravvivere hanno bisogno di aggregarsi, così da lanciare i loro prodotti sul mercato ed essere competitivi. Uno strumento fondamentale che nel nostro Paese è stato scarsamente utilizzato e sottovalutato.
La risoluzione affronta anche il sistema delle cosiddette AOP, Associazioni di Organizzazioni di Produttori, demandandone il riconoscimento, non più alle diverse regioni, ma allo stesso Ministero, per evitare che la bilancia degli interessi penda da una parte o dall’altra.