Tutelare la libera raccolta dei tartufi freschi, riconosciuti dal regolamento europeo del 2013 come prodotto agricolo e dunque soggetti ai contributi previsti dalla nuova Pac, la politica agricola comune.
E’ quanto ho chiesto al Ministero dopo numerose sollecitazioni da parte dei cavatori di tartufi, preoccupati per la nuova normativa. Il riconoscimento dei tartufi freschi come prodotto agricolo comporta effetti importanti. In primo luogo, a favore della costituzione di organizzazioni di produttori. Porta vantaggi alle aree rurali svantaggiate, dove possono sorgere tartufaie con il sostegno del Piano di sviluppo rurale. Poi ci sono benefici fiscali. Finora i tartufi in commercio hanno avuto una tassazione del 20%, mentre col riconoscimento di prodotto agricolo la tassazione scende al 10%. E questo può stimolare l’emersione dal mercato nero.
Come noto, però, in Italia sono coltivabili nelle apposite tartufaie tutte le tipologie di tartufo ad eccezione del tartufo bianco pregiato che nasce spontaneo ed è raccolto grazie alla libera ricerca spesso condotta da cavatori non professionisti ed esperti conoscitori dei territori e dei paesaggi rurali.
E’ necessario quindi tutelare la libera raccolta dei tartufi spontanei che si trovano nelle aree demaniali, nei terreni incolti e nei boschi naturali anche al fine di consentire ai liberi cavatori di poterne disporre distinguendo a livello normativo tra prodotti spontanei e prodotti agricoli coltivati nelle tartufaie. Appena avremo risposta ve lo faremo sapere.