Le indicazioni geografiche e la loro tutela nel TTIP sono state uno degli argomenti affrontati nel corso dell’audizione di questa mattina davanti alle Commissioni Attivita’ Produttive, Agricoltura e Politiche UE della camera, sui negoziati UE-USA per il partenariato transatlantico sul commercio e gli investimenti. Calenda non e’ entrato nel merito della possibilita’ di ottenere un accordo in materia, ma ha precisato che l’unione europea considera come “benchmark di riferimento” quello col Canada, che prevede il riconoscimento di una serie di indicazioni geografiche.
Dopo la sua relazione, il Vice-Ministro, e’ ritornato sul tema rispondendo alla mia domanda sul tema delle denominazioni d’origine. Calenda ha spiegato che, “stante l’alta improbabilita’ di un riconoscimento ex-officio delle sistema delle indicazioni geografiche come tale. Nel momento in cui gli americani si “dichiareranno disponibili a tutelarne un certo numero“, che viene calcolato sulla base dell’impatto economico e del grado di esposizione del mercato, lo Stato italiano in accordo con l’Unione, cercherà di tutelate prima le IG che da un lato hanno un valore maggiore dall’altro sono controverse, nel senso di piu’ esposte al cosiddetto italian sounding”. L’Unione Europea presentera’ una lista di indicazioni per le quali si chiede tutela negli Stati Uniti. Calenda non ha voluto dire quali sia il numero di IG da riconoscere ritenuto accettabile dall’UE, come avevo chiesto in un Question Time in Commissione Agricoltura (ieri alla quale non ho avuto risposta) limitandosi a ribadire che “il livello di protezione raggiunto col Canada e’ per noi un punto di riferimento” e comunque assicurando che “le indicazioni geografiche sono uno dei temi principali degli interessi offensivi dell’unione europea“.