Da diversi anni ormai la ex ferrovia centrale umbra, attiva da oltre un secolo, versa in condizioni disastrose a causa della scarsa manutenzione effettuata nel tempo. Il malfunzionamento della tratta è ormai insostenibile per i pendolari che ogni giorno si muovono su questa linea, che attraversa tutta la regione Umbria, in quanto spesso essa è interrotta, non elettrificata (ad esempio la tratta che va da Sant’Anna a Città di Castello), nonostante i diversi investimenti effettuati nel tempo, nonché dotata di vetture vecchie che, oltre alla normale manutenzione, avrebbero bisogno di una revisione straordinaria. Alcuni tratti, come quello di Pallotta, sono inoltre dotati di un doppio binario che non funziona e la cui utilità è quindi dubbia; nonostante la realizzazione, inaugurata nel 2004, sia costata diversi milioni di euro ma non è mai stata completata. Anche le stazioni necessitano di una evidente manutenzione, poiché spesso si trovano, come quella di Ponte San Giovanni, in stato di abbandono, con lavori di riqualificazione fermi da tempo, cosa che danneggia sia i cittadini pendolari, sia l’immagine del servizio ferroviario regionale.
A tutto questo si aggiunge, nella stazione di Umbertide, dove si trova l’officina di riparazione dei treni della ex ferrovia centrale umbra, il completo abbandono di alcuni convogli (i Minuetto), costati oltre 18 milioni di euro e che potrebbero funzionare ed essere efficienti; tali convogli sono, infatti, progettati per raggiungere una velocità massima di 160 chilometri orari, ben al di sopra dei 90 chilometri orari imposti dai limiti strutturali dei binari regionali, ma, come già sottolineato, la rete non è elettrificata.
L’USTIF (Ufficio trasporti e impianti fissi del MIT che controlla le ex ferrovie a gestione commissariale), inoltre, ha deciso un lungo rallentamento, che non permette ai convogli di superare i 50 chilometri orari, poiché si viaggia su un tratto dell’infrastruttura ferroviaria non sicuro e nel quale due anni fa c’è stato un deragliamento. Oggi addirittura questo tratto è stato chiuso e servito da servizio navetta di Busitalia.
Da quanto fin qui esposto risulta evidente la disastrosa condizione in cui versa questa linea, utilizzata ogni giorno a rischio e pericolo degli stessi pendolari umbri. Oggi la proprietà della ex ferrovia centrale umbra, ora Umbria Mobilità, ricade sulla Busitalia Spa, mentre l’infrastruttura ferroviaria è in mano ad una società ad hoc della regione Umbria, ma è evidente che le responsabilità ricadono in epoche precedenti, in cui la gestione era interamente regionale e poi comunale, con la famosa «Azienda Unica» che vedeva soci oltre la stessa regione, i comuni di Perugia, Terni, Spoleto, Città di Castello e le due province di Terni e Perugia.
Per questo, pur essendo la questione della ex ferrovia centrale umbra di evidente competenza regionale e privata, abbiamo interpellato il Governo perchè, “questa trascuratezza”, per noi rappresenta un’evidente lesione del diritto di mobilità dei cittadini e se non ritenga opportuno intervenire.